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La telefonata di Giorgia Meloni a Musk per la pace con Mattarella: «Ma Elon è incontrollabile»

elon musk giorgia meloni andrea stroppa
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La premier ferma l'imprenditore prima dello scontro con il Quirinale. Ma nel partito c'è nervosismo. Anche nei confronti del Capo dello Stato. Intanto c'è chi spiega gli obiettivi di Musk. In Italia e nel mondo

C’è una telefonata dietro il passo di lato di Elon Musk. Una telefonata di Giorgia Meloni. Dopo l’attacco ai giudici della sezione immigrazione di Roma e la replica di Sergio Mattarella, la premier si è messa in contatto con l’imprenditore sudafricano. E gli ha spiegato l’inopportunità di una polemica tra un incaricato del nuovo governo americano e il Quirinale. Solo a quel punto Musk ha deciso di calmarsi. E di dettare tramite il fedelissimo Andrea Stroppa il comunicato della pace all’Ansa. Proprio lui, indagato nell’inchiesta Sogei a Roma, dice che Musk «non è controllabile» e che «quando si mette in testa un obiettivo lo realizza: non lo ferma nessuno». E che il nostro sistema giudiziario «è incomprensibile dagli Stati Uniti. Per questo gli americani non investono in Italia».

Il Quirinale

Sul Corriere della Sera oggi il quirinalista Marzio Breda spiega che Mattarella non poteva mostrarsi indifferente nei confronti dell’affondo di Musk. E ricorda tutte le volte che il Quirinale è intervenuto di fronte ad attacchi provenienti dall’estero. Quello di Boris Johnson sulle regole dell’emergenza Coronavirus, per esempio: «Gli italiani hanno poco amore per la libertà». Oppure l’altolà alla presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde dopo una battuta sullo spread tra Italia e Germania. E infine la censura della ministra francese Laurence Boone, che parlava di una vigilanza di Parigi su Roma dopo la vittoria di Meloni alle elezioni. Il passo di Mattarella era quindi obbligato. Anche mentre la politica italiana si schierava. E Matteo Salvini cercava di offrire copertura a Musk per scavalcare a destra Meloni.

Fratelli d’Italia

Intanto nel partito della premier c’è nervosismo. Giovanbattista Fazzolari, braccio destro a Palazzo Chigi, dice che bisogna rintuzzare anche le ingerenze di «governi, Ong e grandi media». Anche se c’è chi si chiede come si farà a invitarlo un’altra volta ad Atreju dopo la lite: «Ci creerebbe imbarazzo», dice un dirigente a La Stampa. Mentre il senatore veneziano Raffaele Speranzon dice che le parole del Quirinale «saranno utili ai politici stranieri che attaccheranno le istituzioni italiane, governo compreso». Intanto lo scrittore Alexander Stille, docente di giornalismo alla Columbia University di New York, dice al Fatto Quotidiano che Musk «non è una persona come le altre. È un uomo piuttosto umorale, lunatico, imprevedibile. Soprattutto è l’uomo più ricco del mondo ed è riuscito ad accreditarsi, almeno per il momento, come braccio destro di Donald Trump».

Un uomo umorale, lunatico, imprevedibile

Ovvero «un imprenditore con 10 miliardi di dollari di contratti con il governo federale per SpaceX. L’idea che questo signore decida se l’esercito dell’Ucraina possa o meno comunicare sul campo di battaglia con i suoi satelliti è inquietante». Ma Musk è anche «un uomo che fa mille cose e poi passa un paio d’ore al giorno a lanciare sassi nel suo parco giochi, X. Non credo abbia dedicato più di 30 secondi a elaborare quel tweet». Mentre Meloni «può sentirsi rafforzata negli istinti di destra dalla vittoria di Trump e dall’appoggio di uno come Musk. Potrebbe usarli per sostenere di essere dalla parte giusta della storia». Andrea Stroppa invece parla con Il Giornale. Dice di essere orgogliosamente amico dell’imprenditore sudafricano.

Il progetto politico di Musk

E che il progetto politico di Musk «in realtà non esiste. Esiste un imprenditore che guardando il suo paese ha scelto di contribuire alla battaglia di Trump, perché si è accorto che molti pensieri di Trump sono esattamente quelli di Musk». Fa così paura «perché non è controllabile. È una persona con un patrimonio di 300 miliardi». E se si mette in testa un obiettivo lo realizza: «Se vuole fare quella cosa non lo ferma nessuno». Ma è un centrista: «Se vuoi contrastarlo lo devi eliminare fisicamente. E molti sognano di eliminarlo». Perché lui «non scende a patti. Musk è un mondo a sé. È un extraterrestre». In Italia, secondo Stroppa, «i cittadini chiedono più sicurezza, tasse più basse, più posti di lavoro e meno sprechi, che ci sono anche nelle aziende italiane di Stato. Resettare il management se necessario, perché no?».

Elon e i giudici

Sui giudici in Italia, dice Stroppa, «l’idea della nuova amministrazione americana è molto semplice. Chi è entrato illegalmente negli Stati Uniti verrà o rimandato a casa o messo in un luogo di detenzione. E lo faranno senza intralci perché il sistema giudiziario degli Stati Uniti lo permette. Il nostro sistema giudiziario italiano è incomprensibile dagli Stati Uniti. E questo è uno dei motivi per i quali gli americani non investono in Italia». E vuole combattere la cultura woke: «La prima cosa che farà sarà di chiudere il dipartimento dell’istruzione». Sull’economia invece: «Taglio della spesa pubblica». E licenziamenti in massa: «Sì, nei ministeri chi ha prodotto poco per i cittadini andrà a casa».

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