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La sfida del pianista contro l’Intelligenza Artificiale: due mani contro 53 dita

Roberto Prosseda, musicista di professione, si confronta da dodici anni con Teotronico, la macchina ora dotata di ChatGPT

Un pianista di professione può avere la meglio su un robot con 53 dita e dotato di intelligenza artificiale? È la domanda che da dodici anni si pone Roberto Prosseda, nato a Latina nel 1974, che prova anche a darsi una risposta mettendosi al pianoforte mentre dall’altra parte c’è Teotronico con ChagGpt incorporata. Una creazione di un artigiano di Imola, Matteo Suzzi. Prosseda ha raccontato al Giornale lo spettacolo che mette in scena ormai da diverso tempo. «Lui pensa di essere migliore, ma sbagliare aiuta…», sostiene il pianista.

La sfida

«Di fatto è una lezione/concerto, in cui cerco di raccontare in che cosa consista il lavoro di interprete musicale, come funzioni la musica e i principi che la regolano; il tutto, appunto, in forma dialogica e di sfida, attraverso il confronto fra gli stessi pezzi, eseguiti prima dal robot e poi da me», spiega Prosseda. Teotronico rappresenta «l’oggettività assoluta, spesso vista come un pregio, oggi. Ritiene di suonare meglio, perché rispetta la partitura in modo assoluto, e mi accusa di essere un cialtrone, arbitrario e impreciso, e di non andare a tempo. Lui invece è perfetto, perché quello che fa è esattamente quello scritto nella partitura». Il ruolo del pianista invece è quello di interpretare ciò che c’è scritto con una propria sensibilità: «Mi prendo questa libertà, perché è giusto così, anche se secondo il robot questa libertà è una scusa… Ma, come non parliamo tutti allo stesso modo, o uno chef cucina il medesimo piatto diversamente da un altro, così è l’interpretazione. E parlo dell’importanza dell’errore».

L’importanza dell’errore

«L’errore è visto come qualcosa da nascondere, invece per un artista è un’occasione di scoperta. Per arrivare al cuore delle persone, la priorità non può essere non sbagliare, bensì rendere la tensione musicale; e, per farlo, bisogna prendersi qualche rischio, incluso quello di sbagliare», spiega Prosseda. Per il musicista l’Ia rimane comunque una risorsa, ma ciò che è importante è l’umanità comunicata attraverso gli stati d’animo.

I pezzi suonati

Da Chopin a Mozart, il repertorio suonato da Prosseda e Teotronico è vario e permette di mettere in luce le peculiarità dell’umano e della macchina. Quest’ultima «ha un controllo maggiore della polifonia: «Può anche suonare dodici voci, controllandole tutte, e gestire ritmi complessi contemporaneamente. Ed è più efficiente nella velocità», aggiunge il pianista. L’uomo invece migliora con il tempo anche se «oggi l’Ia è in grado anche di simulare gli stati d’animo, il che apre una grande questione rispetto all’autenticità». Qualcosa però Prosseda gli invidia: «Il fatto di non avere il problema del jetlag e di studiare: è sempre pronto. E poi non beve, non fuma, non ha vizi e non si lamenta, quindi è il sogno di ogni organizzatore. Però dovrebbe imparare a sbagliare».

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