L’avvocata incinta e il no della giudice al rinvio dell’udienza: «Io come le donne licenziate in gravidanza»
L’avvocata genovese Federica Tartara ha chiesto alla giudice di Venezia Ilaria Sichirollo il rinvio di un’udienza perché incinta. Ma Sichirollo le ha negato il legittimo impedimento. E ha condannato i due assistiti dalla legale a due anni di reclusione. Tartara ha presentato un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura sull’operato della giudice. E oggi al Corriere della Sera dice: «Non vorrei scoprire di essere nella stessa sgradevole condizione delle donne licenziate o non assunte perché incinte». Tartara era al nono mese di gravidanza. Il Codice di Procedura Penale lo prevede due mesi prima e tre mesi dopo il parto. «Avevo inviato la richiesta di rinvio, allegando la certificazione medica. Per l’udienza di lunedì ho comunque detto a un sostituto di Padova di andare».
La storia di Federica Tartara
L’avvocata era «certa che sarebbe stata una formalità, giusto per prendere la data del rinvio». E invece «la giudice non solo non ha concesso il rinvio, ma ha discusso la causa e ha emesso sentenza, condannando la mia cliente. Il collega ha avuto appena mezz’ora per leggersi un fascicolo che non aveva mai visto». E per spiegare ha detto che voleva andare avanti «perché c’erano stati troppi rinvii. In effetti la mia cliente aveva avuto altri legali e io ho assunto l’incarico da appena una settimana. Nel negare il rinvio ha pure aggiunto: “Un avvocato che non può portare avanti un incarico non dovrebbe assumerlo”. Ma il mio non era mica un espediente processuale. Tra l’altro il rinvio per gravidanza sospende la prescrizione e quindi non c’era alcun pregiudizio per la causa. E poi ho chiesto un rinvio di appena tre mesi».
L’esposto al Csm
L’esposto al Csm lo ha fatto «perché non è stata rispettata una norma che tutela i diritti delle donne avvocato, come di qualunque altra lavoratrice. Oppure si ritiene che un’avvocata debba rinunciare a un cliente solo perché incinta? Nel 2024 pensavo che questo non fosse più un tema in discussione». Eppure la presidenza del Tribunale non ha censurato la giudice in quanto «per giurisprudenza di Cassazione il legittimo impedimento non si applica quando l’impedimento era noto all’accettazione dell’incarico», che nel suo caso è di cinque giorni prima. Ma Tartara è anche stupita del fatto che Sichirollo sia «più giovane di me. Ma il mio non vuole essere un attacco personale. Ho voluto solo porre un problema generale, che mi sembrava superato, di rispetto delle donne avvocato che debbono essere messe nelle stesse condizioni dei colleghi maschi».