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Federico Zampaglione (Tiromancino) e l’intervento per la colecisti: «Ho rischiato di morire»

15 Novembre 2024 - 07:58 Alba Romano
federico zampaglione colecisti
federico zampaglione colecisti
Il racconto del cantautore e regista: «Improvvisamente sono cominciati dei dolori indescrivibili e spaventosi. Una cosa disumana»

Federico Zampaglione dei Tiromancino ha rischiato di morire. E per farcela si è letteralmente aggrappato al nuovo brano del gruppo, che si chiama Il Cielo. «Prima dell’estate sono andato in ospedale per un intervento che doveva essere molto semplice, la rimozione della colecisti. Avrei dovuto tornare a casa il giorno dopo e infatti appena mi sono svegliato stavo benissimo». Soffriva di colecistite, un’infiammazione causata dalla presenza di un calcolo incuneato nell’infundibolo della colecisti. Qualche ora dopo l’operazione «improvvisamente sono cominciati dei dolori indescrivibili e spaventosi. Una cosa disumana. Sono stato rioperato, ma stavolta mi hanno tenuto in sala operatoria quattro ore e le cose hanno preso tutt’altra piega, la situazione era seriamente compromessa».

La colecistite

Zampaglione dice oggi al Corriere della Sera di avere ricordi sfumati di quello che è successo dopo: «Ho trascorso i primi cinque o sei giorni in stato di semi incoscienza, sentivo solo tanto dolore e avevo sonde infilate ovunque. Percepivo delle facce preoccupate, a partire da mia moglie, fino ai medici». Poi, è arrivata la canzone: «Fissavo il cielo dalla camera dell’ospedale e in quei momenti vai all’essenza della tua anima e ho iniziato a elaborare una melodia nella mia testa, partendo da lì. Quando il brano ha preso forma, mi ripetevo che dovevo riuscire a farlo ascoltare. È stato un appiglio importantissimo, mi ha aiutato a mettercela tutta per risalire quando mi sentivo appeso a un filo». Poi, è arrivata la canzone: «Fissavo il cielo dalla camera dell’ospedale e in quei momenti vai all’essenza della tua anima e ho iniziato a elaborare una melodia nella mia testa, partendo da lì».

La canzone

Ricorda il leader dei Tiromancino: «Quando il brano ha preso forma, mi ripetevo che dovevo riuscire a farlo ascoltare. È stato un appiglio importantissimo, mi ha aiutato a mettercela tutta per risalire quando mi sentivo appeso a un filo». Ha temuto di non farcela: «È stato il momento più difficile della mia vita. Sentivo il dispiacere per le persone a cui voglio bene, ma c’erano le coliche biliari talmente micidiali e inverosimili, in cui faticavo a pensare di arrivare alla notte. I medici hanno detto che si è trattato di complicazioni che possono succedere, ma sono rare, una volta ogni 3-400 persone». La convalescenza è stata lunga: «Ho provato a rimettermi in attività, ma mi stancavo e mi veniva la febbre alta. Dopo due concerti ho cancellato tutti gli impegni di giugno e mi sono concentrato sul riprendere a fare le cose di sempre, festeggiando la normalità».

Il momentaccio

Poi con Franco126 ha finito la canzone : «Era passato per un saluto e gliel’ho fatta sentire. Così ci abbiamo lavorato insieme». Il brano gli ha dato una conferma: «La musica mi aveva già salvato da situazioni emotive molto pesanti e anche in questo caso ha trasformato un’esperienza terrificante in qualcosa che ha tutta un’altra prospettiva, che fa sognare e dà speranza». Il cielo , dunque, «è una canzone d’amore verso la vita, dedicata a tutte le persone che hanno bisogno di un po’ di positività perché stanno attraversando un momento difficile».

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