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Il fantoccio bruciato di Valditara, l’asino Bernini, gli scontri: il No Meloni Day degli studenti di tutta Italia – I video

15 Novembre 2024 - 15:30 Ygnazia Cigna
Nel capoluogo piemontese, 15 poliziotti sono finiti in pronto soccorso, mentre la parola d'ordine in gran parte delle città è stata: sangue

Dal fantoccio bruciato in piazza con il volto del ministro dell’Istruzione Valditara ai cartelli insanguinati con gli esponenti del governo, fino agli scontri con la polizia che a Torino ha portato 15 agenti in pronto soccorso. Si sono riempite, oggi 15 novembre, le piazze di tutta Italia con una vasta ondata di manifestazioni studentesche contro le politiche del governo, segnate da tensioni e atti simbolici che hanno acceso il dibattito pubblico. Torino, Milano, Bologna, Roma e altre città hanno visto sfilare migliaia di giovani, uniti nel dissenso verso politiche definite «oppressive e discriminatorie».

Tensioni a Torino: 15 poliziotti in pronto soccorso

manifestazione studenti 15 novembre

A Torino, il corteo studentesco ha raggiunto momenti di alta tensione, soprattutto davanti alla Prefettura in piazza Castello. I manifestanti, nel tentativo di avvicinarsi al portone dell’edificio, si sono scontrati con il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine. Tra spintoni e respingimenti, è stato fatto esplodere anche un ordigno artigianale che ha provocato esalazioni urticanti. E quindici poliziotti sono finiti al pronto soccorso. A un certo punto, il corteo si è poi spostato verso il rettorato e la sede della Rai, dove i mezzi della polizia sono stati colpiti con le aste delle bandiere. Tra i gesti simbolici più forti, un fantoccio con le sembianze del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è stato bruciato in piazza. Non è tardata ad arrivare la replica del ministro, che su X ha scritto: «Sarebbero questi gli interlocutori democratici? La scuola italiana non ha bisogno di replicanti degli estremisti degli anni ’70».

Ministri insanguinati a Milano

Sangue è la parola d’ordine del corteo sfilato tra le strade di Milano. I volti della premier Giorgia Meloni e dei ministri Valditara e Anna Maria Bernini, insieme a quello del presidente di Confindustria Emanuele Orsini, sono apparsi su una serie di cartelloni imbrattati di vernice rossa. «Le mani rosse rappresentano il sangue dei nostri compagni morti in Pcto (alternanza scuola lavoro)», dichiara a Open uno studente. «Il governo e Confindustria hanno le mani sporche del sangue dei morti sul lavoro, così come del genocidio del popolo palestinese», incalza un altro. Alcuni studenti, poi, hanno imbracciato dei (finti) fucili con i volti di Erdogan, Meloni, Netanyahu, Elon Musk e Joe Biden.

A Bologna bruciato il testo della legge sulla scuola

A Bologna, il corteo ha concluso la propria marcia in piazza San Francesco, dove i manifestanti hanno bruciato simbolicamente il testo della legge sulla scuola del ministro Valditara. Lungo il percorso, slogan contro la premier e i ministri Valditara e Bernini si sono alternati a critiche sul modello di alternanza scuola-lavoro, definito «un macello per gli studenti». Anche qui, mani tinte di vernice rossa hanno lasciato impronte sui manifesti dei leader politici: «Avete le mani sporche di sangue, perché fomentate guerre e genocidi».

A Roma l’asino Bernini e le accuse al Mim

Gli studenti, appartenenti al collettivo Cambiare Rotta, hanno accusato la ministra Bernini di diffondere false promesse riguardo ai fondi per l’istruzione e le borse di studio. «Parla di un aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario, ma taglia 500 milioni di euro. Promette 60.000 nuovi posti alloggio, ma favorisce i privati con i fondi PNRR», hanno dichiarato i manifestanti. Nel corteo hanno fatto sfilare un asino, ironicamente associato alla ministra Bernini, che ha attraversato anche l’Università La Sapienza. Gli studenti, una volta raggiunto il ministero dell’Istruzione e del Merito, hanno scritto «Ministero della guerra» sull’asfalto. Sul muro del ministero, inoltre, sono state appese alcune bandiere della Palestina.

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