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L’Ue taglia le stime su Pil e debito. Gentiloni: «Occhio ai dazi di Trump, per Italia e Germania sarebbero dolori» – Il video

15 Novembre 2024 - 12:34 Bruno Gaetani
Le previsioni economiche d'autunno della Commissione lasciano poco spazio all'ottimismo: «Spingete sul Pnrr, i ritardi minacciano la crescita»

La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di autunno per la crescita del Prodotto interno lordo dell’Italia. Secondo le stime pubblicate oggi, 15 novembre, dall’esecutivo comunitario, nel 2024 l’economia italiana crescerà dello 0,7% e non, come si prevedeva a maggio, dello 0,9%. Cala leggermente anche la crescita prevista per il 2025: da 1,1% a 1%. Nel 2026, la Commissione europea si aspetta poi che l’economia italiana salga dell’1,2%. Certo, queste previsioni non tengono conto di un elemento tutt’altro che trascurabile: il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e lo spettro di una guerra commerciale con l’Europa. Una svolta protezionistica oltreoceano «sarebbe estremamente dannosa», ha detto in conferenza stampa il commissario uscente all’Economia Paolo Gentiloni. Per questo l’esecutivo Ue «collaborerà con la prossima amministrazione statunitense per promuovere un’agenda transatlantica forte e garantire che i canali commerciali internazionali rimangano aperti, rendendoli al contempo più sicuri». Anche perché, se così non fosse, ha sottolineato Gentiloni, «è ovvio che questo scenario potrebbe avere ripercussioni in alcuni Paesi. E i due con un surplus commerciale più elevato nei confronti degli Usa sono Germania e Italia…».

La stretta sui bonus edilizi riduce il disavanzo

Per quanto riguarda il debito pubblico italiano, Bruxelles si aspetta che continui a crescere anche nei prossimi anni: 136,6% del Pil nel 2024, 138,2% nel 2025 e 139,3% nel 2026. Cifre che in questo caso sono leggermente migliori rispetto alle attese di primavera, quando ci si aspettava che l’indebitamente pubblico italiano sarebbe salito fino al 141,7% nel 2025. Anche perché a ridursi sarà invece, si prevede, il deficit pubblico. Nel 2023, il disavanzo italiano è stato del 7,2%. Una cifra che è destinata a scendere progressivamente nei prossimi anni: 3,8% nel 2024, 3,4% nel 2025 e 2,9% nel 2026. Il merito di questa discesa, spiega la Commissione europea nelle previsioni economiche d’autunno, si deve «all’eliminazione graduale di consistenti crediti d’imposta per l’edilizia abitativa» che «spingeranno il deficit pubblico in modo significativo verso il basso». Riferimento in primis al superbonus: «Credo sia abbastanza assodato che nell’insieme questa misura che pure aveva delle ragioni comprensibili è uscita un po’ fuori dal controllo e ha avuto un impatto più negativo che positivo», ha sentenziato in proposito Gentiloni.

Pil e inflazione dell’eurozona

Se si allarga lo sguardo a tutta l’Eurozona, ci si accorge che i dati dell’economia italiana sono tutto sommato nella media. Nelle sue previsioni d’autunno, la Commissione europea si aspetta infatti una crescita del Pil dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026. Per quanto riguarda i dati sull’inflazione, l’Eurozona chiuderà il 2024 al 2,4%. Un dato destinato a scendere al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. L’aumento generale dei prezzi si farà sentire meno in Italia che altrove. Bruxelles si aspetta che nella Penisola l’inflazione si fermi all’1,1% nel 2024, per poi salire all’1,9% nel 2025 e scendere di nuovo all’1,7% nel 2026. Spiega Bruxelles: «La crescita dell’occupazione e la ripresa dei salari reali hanno continuato a sostenere i redditi disponibili, ma i consumi delle famiglie sono stati frenati». Il motivo? «Un costo della vita ancora elevato e una maggiore incertezza a seguito della ripetuta esposizione a shock estremi, sommati agli incentivi finanziari al risparmio in un contesto di alti tassi di interesse».

Gentiloni: «I ritardi sul Pnrr frenano la crescita»

A proposito della crescita economica, ancora molto timida, dell’economia europea, Gentiloni ha aggiunto: «Ritardi nell’implementazione dei Pnrr nazionali o un impatto più forte del previsto dal consolidamento fiscale potrebbero ulteriormente frenare la ripresa della crescita». E per rilanciare la competitività del Vecchio Continente, la ricetta resta sempre la stessa: «Perseguire un ambizioso programma di investimenti e riforme», ha scandito il commissario italiano uscente.

In copertina: Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni (EPA/Olivier Hoslet)

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