Calderoli alza i toni dopo i rilievi della Consulta sull’autonomia: «Ne farò tesoro, poi le opposizioni tacciano per sempre». Protestano Pd e M5s
A due giorni dal comunicato stampa della Corte costituzionale, che anticipa la sentenza dei giudici sulla riforma dell’autonomia differenziata, Roberto Calderoli commenta le decisioni della suprema corte. Il leghista è il principale autore del disegno di legge, che infatti porta il suo nome. Nonostante la Consulta ne abbia smontato l’impianto, il ministro del governo Meloni appare fiducioso che l’iter legislativo si concluderà in modo positivo: «Farò tesoro degli indirizzi che usciranno dalla sentenza», afferma a Rovato, in provincia di Brescia, durante un incontro con il presidente della Lombardia Attilio Fontana. Poi, però, aggiunge: «Mi auguro che le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempre». Termini forti e contro i quali le opposizioni, la sera del 16 novembre, stanno protestando. Di «toni violenti» e «superamento dei confini del confronto democratico» parla la senatrice del Partito democratico Ylenia Zambito. Il suo collega Dario Parrini, sui social, ricorda al titolare degli Affari regionali che «i Paesi dove i governi lavorano affinché “le opposizioni tacciano per sempre” sono dittature».
La sequela di ammonimenti a Calderoli è lunga. Sempre dal Nazareno, Antonio Misiani fa notare come il ministro stia «masticando amaro» e lo invita a «togliersi dalla testa di poter dire alle opposizioni cosa possono o non possono fare». Chiara Braga, capogruppo Dem alla Camera, sostiene che Calderoli, «furioso» per la bocciatura della sua legge, «abbia perso la ragione». Ed esorta Giorgia Meloni a intervenire «sul comportamento del suo ministro». Il deputato Piero De Luca incalza: «Chieda scusa al Paese e non si permetta di intimare alle opposizioni cosa fare». Alessandro Alfieri, che è responsabile Riforme della segreteria nazionale, afferma: «Al posto di un bagno di umiltà dopa la sberla della sentenza della Corte costituzionale, Calderoli reagisce attaccando con arroganza l’opposizione. Forse è proprio a lui che servirebbe un periodo di silenzio per riflettere su tutti i punti di illegittimità costituzionale che la Corte ha sollevato e sul fatto che la legge che porta il suo nome sia stata smontata pezzo per pezzo».
«Da Calderoli parole inaccettabili. Sembra il Papeete, Meloni prenda immediatamente le distanze», dichiara Simona Bonafè, capogruppo Pd nella commissione Affari costituzionali della Camera. Anche dal Movimento 5 stelle arrivano le prime contestazioni. «Augurarsi che le opposizioni possano tacere per sempre è quanto di più antidemocratico possa uscire dalla bocca di un ministro della Repubblica, un uomo dello Stato le cui parole disonorano la carica che ricopre», rileva la senatrice grillina Alessandra Maiorino. Il vicepresidente del Movimento Michele Gubitosa integra così: «Se Calderoli pensa di zittire il dissenso politico si rassegni. Tuttavia possiamo promettergli una cosa: quando l’autonomia differenziata sarà solo il bruttissimo ricordo di una riforma mai attuata, noi lo andremo ad avvolgere nel tricolore, come ha tentato di fare Donno, in assoluto silenzio, senza dirgli manco una parola, proprio come piace a lui».