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Scontri a Torino, Nordio invoca il pugno duro dei giudici: «Siano severi, così è nato il terrorismo»

16 Novembre 2024 - 16:15 Massimo Ferraro
carlo nordio scontri torino referendum autonomia differenziata
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L'intervento del ministro della Giustizia al Forum di Stresa: «La sentenza della Consulta sull'autonomia differenziata potrebbe far saltare il referendum»

«Adesso sta alla magistratura dimostrare di essere molto, molto severa nei confronti di questi banditi che hanno ferito le forze dell’ordine». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dal forum di Fondazione Iniziativa Europa a Stresa, chiede un intervento deciso ai giudici in merito agli scontri di Torino durante il No Meloni Day. Manifestanti e polizia sono venuti a contatto, 15 agenti sono finiti in pronto soccorso. «Non ci sono attenuanti per chi aggredisce le forze dell’ordine», ha detto il ministro, che ha aggiunto: «Ho visto come è nato il terrorismo, proprio anche a Torino: hanno iniziato così, prima si incita alla rivolta, poi si aggrediscono i poliziotti, poi si fa il gesto della P38 per strada e poi però si spara». Per questo, per Nordio, l’intervento della magistratura, «rapido ed efficace. Da parte del governo lo è e lo sarà».

Il referendum sull’Autonomia differenziata

Non è l’unico argomento di attualità di cui si è occupato il ministro durante il forum. DUe giorni fa la Corte Costituzionale ha smontato la riforma Calderoli sulla Autonomia differenziata, accogliendo il ricorso delle Regioni. Considerando «illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo», ma ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge, che quindi rimane in piedi. Secondo gli esperti, le decisioni della Consulta di fatto renderanno inapplicabili anche quei “pezzi” di legge che sono stati risparmiati. Ma la questione ora è anche su cosa ne sarà del referendum. Per Nordio, la sentenza degli giudici della suprema Corte «dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum». Questo perché la decisione impatta sul quesito e quindi sulla consultazione popolare. «La Corte Costituzionale è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum. Adesso il parlamento dovrà rivederla, poi la rivedrà la Cassazione», ragiona il ministro, «la sentenza della Corte è più che equilibrata. Dico a spanne perché per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere le motivazioni, che saranno sicuramente articolate e molto lunghe. Detto questo, è sicuro che produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria. Se mi si chiede se questa pronuncia impedirà o no il referendum, bisognerà leggere le sentenze, ma direi di sì».

Foto di copertina: ANSA/VINCENZO LIVIERI

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