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L’inchino di Pier Silvio Berlusconi, 4 milioni di utili arrivati in tasca nonostante le liti con il fisco: ecco il tesoretto di Maria De Filippi

16 Novembre 2024 - 20:44 Fosca Bincher
La conduttrice ha rinunciato alla eredità di Maurizio Costanzo, ma ha in mano la società di produzione di “Amici” & c. Stesse quote di Berlusconi jr, che le cede il passo: «Conta più lei»

Se dopo la scomparsa di Maurizio Costanzo la moglie Maria De Filippi non ha toccato un euro della sua eredità donando anche la sua quota legittima ai figli, la conduttrice di punta di Mediaset ha mantenuto saldamente in mano il 50% della società con cui lavora: la Fascino produzione e gestione teatro, che produce per un solo committente (Mediaset) alcuni dei programmi più di successo: da “Amici” a “Uomini e donne”, da “Temptation Island “a “Tu si que Vales” per citare solo i più noti. Era la stessa società che produceva fino alla scomparsa del conduttore nel febbraio 2023 anche il “Maurizio Costanzo Show”. E ora come sempre è una macchina per fare utili che Maria divide con l’altro socio paritario: Reti Televisive italiane (RTI) del gruppo Mediaset, che proprio nell’ultimo bilancio ha voluto fare un omaggio particolare alla De Filippi, una sorta di inchino del colosso tv di Pier Silvio Berlusconi alla sua più nota star.

Il bilancio che risente della fine del Costanzo show, ma porta gli utili in tasca a Maria

L’ultimo bilancio a dire il vero ha risentito della fine obbligata del “Maurizio Costanzo Show”, tanto è che il fatturato si è fermato a 66,1 milioni di euro in diminuzione rispetto ai 75,14 milioni di euro dell’anno precedente. Anche l’utile è sceso: 8,1 milioni di euro rispetto agli 11,689 milioni di euro dell’anno precedente. In parte per il doloroso addio al consorte della De Filippi, in parte anche per la produzione dimezzata rispetto delle puntate di “Temptation Island” previste dal contratto (6 invece di 12), solo parzialmente compensate da una maggiore produzione su altri programmi storici. Per altro nello stesso anno è sceso anche il fatturato della sola società controllata da “Fascino produzione e gestione teatro”, la casa discografica “21co”, presieduta dall’autrice di “Amici”, Emanuela Scempio: i ricavi sono passati da 364 mila euro a 345 mila euro. Ancora più marcata la discesa dell’utile: da 73.546 a 22.677 euro. Però gli utili della capogruppo a differenza degli anni precedenti sono stati tutti distribuiti ai soci: così alla fine della scorsa primavera la De Filippi si è messa in tasca 4 milioni di euro.

Il braccio di ferro con il fisco da centinaia di migliaia di euro. E le liti con i dipendenti

Ad incidere negativamente sui conti anche i contenziosi con il fisco e con l’Agcom relativi ad anni precedenti e su cui c’è stata lunga battaglia legale. Però aumenta il debito della società verso l’erario di 320.921 euro per il «ricevimento di una intimazione di pagamento relativa ad un contenzioso perso in Commissione tributaria». Costato anche un avviso di accertamento relativo al 2002: «La società non ha proceduto all’appello in Cassazione ed ha provveduto al versamento della metà delle imposte recuperate a seguito di ricevimento della cartella di pagamento. L’importo residuo stimato è pari ad euro 47.516 comprese sanzioni, interessi nonché compensi di riscossione». Più complesso il contenzioso con l’Agcom per 127.781,74 euro di contributi di funzionamento non versati perché in realtà già pagati da RTI. L’Agcom ha accettato la spiegazione, ma la giustizia tributaria è andata avanti lo stesso, rigettando nel 2023 la spiegazione della società della De Filippi. Nel conto litigi pesano anche quelli con il personale: 577.676 euro iscritti in bilancio alla voce «altri fondi rischi» che si riferisce a «una serie di cause pendenti presso il Tribunale. derivanti da una diversa interpretazione tra il contratto collettivo e il decreto dignità e del jobs act e da alcune cause promosse da ex lavoratori dipendenti».

Soci alla pari, ma Pier Silvio le cede il passo: «È lei l’anima dell’azienda»

Ed ecco l’insolito omaggio contenuto nella nota integrativa al bilancio della società da parte del presidente, Alessandro Salem, direttore generale contenuti di Mediaset e ad della controllata spagnola. Un inchino a Maria certo autorizzato ed apprezzato da Pier Silvio Berlusconi. «Si segnala», scrive nel burocratese finanziario Salem, «che la società è detenuta al 50% da RTI che rappresenta anche l’unico committente della stessa relativamente alla attività di produzione di programmi televisivi. Nonostante tale situazione possa far ritenere esistente una attività di direzione e controllo da parte di RTI, si ritiene che di fatto la stessa non venga esercitata stante la forte presenza personale del socio persona fisica che grazie all’apporto artistico, alla predisposizione delle linee guida dell’attività aziendale, alla gestione delle produzioni e alle scelte creative rappresenta di fatto l’anima dell’azienda». La «forte presenza» di Maria De Filippi, «anima» della società di produzione e protagonista irrinunciabile per Mediaset.

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