Antisemitismo, per un italiano su due è un fenomeno diffuso e in aumento. E pesa la guerra di Netanyahu
Per un italiano su due l’antisemitismo è un fenomeno diffuso nel Paese, in crescita e in buona parte alimentato dalla guerra in Medio Oriente. Alessandra Ghisleri presenta su La Stampa il risultato di un sondaggio realizzato lo scorso 12 novembre che evidenzia le differenze tra gli elettori dei vari partiti sulla percezione dell’antisemitismo e le sue cause. Stoircamente ha radici profonde, che risalgono indietro nel tempo e si aggrovigliano in una matassa di odio religioso, diffidenze, pregiudizi, stereotipi. Alimentati da fattori economici e sociali che si influenzano a vicenda. La storia italiana ne è stata teatro anche e soprattutto in periodi recenti, con l’adozione nel 1938 delle leggi razziali da parte del regime fascista, la saldatura dell’alleanza con la Germania nazista, le deportazioni di massa. Un passato che a volte riaffiora con dinamiche note e che altera anche la percezione sulla presenza e l’impatto dell’odio verso gli ebrei. Sono soprattutto gli uomini (53%) e gli over 45 a riconoscere che il fenomeno è molto diffuso in Italia, rispetto alle donne (42%). Differenze che ritroviamo anche tra gli elettori dei diversi partiti. Quelli più convinti di una sua diffusione nel nostro Paese sono gli elettori di Forza Italia (64,1%), seguiti da Avs (57%) e Pd (50,6%). Sia i dem sia i 5 Stelle hanno alte percentuali anche di elettori che la pensano in maniera opposta (rispettivamente 50% contro 45%, 44% contro 48%). I più scettici risultano i sostenitori della Lega (44% crede che antisemitismo non sia diffuso) e di Fratelli d’Italia (50,1%).
L’antisemitismo politico
Il secondo quesito riguarda la guerra in Medio Oriente, ossia se il conflitto dell’ultimo anno ma che affonda anch’esso le radici nel passato, contribuisce a generare antisemitismo. Ne sono convinti 4 uomini su 5 e 3 donne su 5, la percentuale più bassa che emerge dal campione è nella fascia d’età 25-44 anni (63,8%). C’è addirittura unanimità in tal senso tra gli elettori di Azione, ma le percentuali sono alte per tutti i partiti e oscillano tra il 67% (Avs) e l’84,9% (Forza Italia). Fanno eccezione gli elettori della Lega, secondo i quali la guerra ha meno impatto sulla diffusione del fenomeno: solo un elettore su ritiene che contribuisca ad alimentare l’antisemitismo. In più, il 41,9& del campione ha visto aumentare il fenomeno nel nostro Paese, mentre il 40,9& crede che non abbia subito alcuna influenza dalla guerra. Come evidenzia Ghisleri comunque, emerge un antisemitismo politico. Ossia una parte di popolazione, che si dichiara contraria a quanto sta avvenendo sulla Striscia di Gaza e nell’area mediorientale, generalizza la propria opposizione alle decisioni politiche del premier israeliano Benjamin Netanyahu accusando un popolo intero. Nel giudicare negativamente la guerra portata avanti dal premier di destra, ritiene responsabili i cittadini di Israle e più in generale tutti gli ebrei, demonizzando un’intera comunità religiosa.
Foto di copertina: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI