Elezioni regionali in Emilia-Romagna, l’affluenza è al 46,4%: un crollo di oltre 20 punti rispetto al 2020
A urne chiuse, alle tre di pomeriggio del 18 novembre, l’affluenza definitiva delle regionali in Emilia-Romagna si ferma al 46,4%. Alle 19 di ieri, domenica 17 novembre, avevano votato il 30% degli aventi diritto. Un dato in forte calo rispetto alle precedenti regionali (67,7%) quando addirittura si votò in un solo giorno. Quattro anni fa, probabilmente, la sfida fu avvertita come più in bilico: la Lega stava vivendo un exploit inedito sul territorio e, a fronteggiarla, al fianco della sinistra scesero in campo le Sardine di Mattia Santori.
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Gli elettori tornano alle urne con qualche mese di anticipo rispetto alla normale scadenza del mandato. Il presidente uscente Stefano Bonaccini si è candidato e ha ottenuto un seggio alle elezioni europee di giugno, con quasi 390mila preferenze: data l’incompatibilità delle cariche, ha dovuto lasciare la presidenza di Regione. Così ora si sfidano nelle urne il sindaco di Ravenna Michele de Pascale per il centrosinistra e la candidata di centrodestra-indipendente Elena Ugolini, oltre a Federico Serra per la sinistra e Luca Teodori. I seggi sono rimasti aperti domenica 17 novembre, dalle 7 alle 23, e nuovamente dalle 7 alle 15 di lunedì 18 novembre. Stessi giorni e orari dell’altro voto per la Regione Umbria.
L’esponente del Partito democratico, sindaco dal 2016 e presidente dell’Unione delle province italiane de Pascale è il candidato favorito alla vittoria. In una regione, con circa 3,5 milioni di abitanti, che da oltre 50 anni esprime solo governatori di sinistra. De Pascale è sostenuto da un’ampia coalizione, con M5s, Avs e tutta l’area lib-dem compresa Italia Viva. Ugolini, sottosegretaria all’Istruzione durante il governo Monti, è preside dal 1993 delle scuole paritarie d’eccellenza Malpighi, a Bologna ed è stata scelta dal centrodestra per provare a sottrarre l’Emilia-Romagna allo schieramento opposto.