Guerra in Ucraina, media Usa: «Biden autorizza Kiev a usare le armi a lungo raggio per colpire in Russia»
Joe Biden ha autorizzato l’Ucraina a usare i missili a lungo raggio americani per colpire in Russia. Lo riporta il New York Times, citando alcuni funzionari dell’amministrazione, secondo i quali i missili probabilmente saranno dispiegati all’inizio contro le truppe russe e nordcoreane in difesa delle forze ucraine nelle regione di Kursk. Ma Biden potrebbe autorizzarne l’uso anche altrove. Si tratta di una netta inversione nella politica americana e arriva a due mesi dall’insediamento del presidente-eletto Donald Trump. Stando al quotidiano Usa, la mossa di consentire agli ucraini di usare i missili Atacms sarebbe in risposta alla decisione della Russia di coinvolgere le truppe nordcoreane nel conflitto. «Anche se la decisione non altererà l’esito della guerra il suo obiettivo è quello di inviare un messaggio alla Corea del Nord», si legge. Stando a quanto scrive Reuters, l’Ucraina prevede di condurre i suoi primi attacchi a lungo raggio nei prossimi giorni, senza però rivelare dettagli per motivi di sicurezza operativa.
Le reazioni
Richard Grenell, repubblicano e fedelissimo di Trump, ha definito la mossa di Biden come «Un’escalation prima di lasciare» la presidenza. Lo ha scritto su X.
November 17, 2024
Con gli Atacms americani attacchi fino a 300 chilometri
Il sistema missilistico americano Atacms, prodotto dall’impresa Lockheed Martin, permette di raggiungere i 300 km di distanza. Si tratta di armi di difficile intercettazione a causa della loro elevata velocità. L’amministrazione Biden ha inviato questi missile come parte di un pacchetto di supporto e sono già stati utilizzate almeno una volta per colpire obiettivi russi nella Crimea occupata. A settembre il presidente russo Vladimir Putin aveva messo in guardia l’Occidente dal permettere a Kiev di usarli per colpire il territorio russo. A suo avviso, Mosca lo considererebbe come una «partecipazione diretta» dei Paesi della Nato alla guerra in Ucraina, affermando che ciò «cambierebbe sostanzialmente l’essenza stessa, la natura del conflitto».