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Margaret Spada, morta per una rinoplastica: niente defibrillatore né ossigeno nell’ambulatorio, i controlli senza esito pochi mesi prima

17 Novembre 2024 - 10:55 Ugo Milano
margaret spada morte rinoplastica ambulatorio procopio controlli
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Nello studio non potevano essere eseguiti interventi chirurgici, ma solo estetici. Da chiarire quale sostanza sia stata iniettata alla giovane come anestesia, oltre al tipo di operazione a cui si è sottoposta

Margaret Spada è morta in ospedale a Roma a tre giorni da un’operazione al naso nello studio medico di Marco e Marco Antonio Procopio in zona Eur. Nell’ambulatorio ora sequestrato, ricavato in un appartamento, non c’era l’autorizzazione a eseguire interventi chirurgici. I medici, il più giovane dei quali abilitato in Romania, non avrebbero conservato una cartella clinica della giovane. Ma intanto Spada, 22enne siciliana che aveva raggiunto la Capitale proprio per rimodellare il naso dopo aver visto un video su TikTok che pubblicizzava l’offerta dello studio – 2.800 euro per 20 minuti -, è deceduta in seguito a un arresto cardiaco. Sarà l’esame istologico sui campioni prelevati durante l’autopsia a stabilire se la giovane abbia avuto una reazione avversa a qualche farmaco usato come sedativo I punto però è chiarire se nell’ambulatorio vi fossero le condizioni di sicurezza necessarie. E se i medici abbiano eseguito degli interventi non autorizzati. Secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera, non vi erano né defibrillatore, né ossigeno, né farmaci di emergenza. La 22enne si sarebbe sottoposta a una rinoplastica senza osteotomia, cioè senza intervento sulle ossa ma comunque un intervento chirurgico. E, aggiunge, il quotidiano, senza firmare il «consenso informato».

I controlli del 2009 e 2023

Gli inquirenti non dovranno solo chiarire cosa è avvenuto in quelle ore, con l’inizio dell’operazione e il malore subito dopo l’iniezione di anestetico. La Repubblica ricostruisce come per due volte siano stati effettuati controlli in quello studio proprio per accertare la natura degli interventi che venivano messi in atto nella struttura. Nel 2008 si era già mossa la Regione per chiarire la natura dei lavori di Procopio senior, all’epoca il solo a operare nello studio. La Asl C scrisse alla Questura per proporre la chiusura del centro. Nonostante le indagini dei Nas, durante il sopralluogo non vengono rinvenuti strumenti chirurgici, né stanze che potrebbero essere adibite a sala operatoria. «Procopio autocertifica di essere laureato a Padova e abilitato a Verona, con nota a penna aggiunge di essere specializzato all’Università Cattolica di Rio de Janeiro e soprattutto assicura che in quello studio si svolgono solo “visite pre operatorie e controlli post intervento”», scrive il quotidiano romano. Solo interventi estetici, non chirurgici: la struttura viene considerata a posto e non viene inserita nell’elenco di quelle da controllare. La storia si ripete nel 2023. Un esposto anonimo all’Ordine dei medici invita a ispezionare cosa accade in quell’ambulatorio. Si indaga per un anno ma non emerge nulla, il tutto si conclude in un nulla di fatto nel giugno 2024. Proprio in quelle settimane, Margaret Spada inizia a contattare la struttura.

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