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Sant’Antonio Abate (Napoli), addio al Castello delle Cerimonie. La sindaca: «Sarà chiuso entro dicembre, al via la revoca delle licenze»

castello delle cerimonie la sonrisa sant'antonio abate sgombero
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La struttura, famosa per il programma in onda su "RealTime", chiuderà i battenti dopo la confisca e lo sgombero

Cala il sipario sul Castello delle Cerimonie. Entro fine dicembre 2024 si fermeranno in via definitiva l’attività alberghiera e di ristorazione all’interno del Grand Hotel La Sonrisa, la struttura della famiglia Polese che faceva da cornice agli eventi show documentati da RealTime nella trasmissione Il boss delle cerimonie. Lo stop seguirà lo sgombero dei locali disposto dalla sentenza della Corte di Cassazione dello scorso febbraio. La struttura è al centro di una vicenda giudiziaria iniziata nel 2011: gli inquirenti contestarono una lunga serie di abusi edilizi realizzati a partire dal 1979 su un’area ampia oltre 40mila metri quadrati. La Cassazione ha decretato la definitiva confisca di immobili e terreni su cui sorge la struttura ricettiva, destinati a essere acquisiti nel patrimonio immobiliare del Comune.

Il comunicato della sindaca

«In vista della completa acquisizione a patrimonio del Comune del complesso immobiliare denominato “Grand Hotel La Sonrisa”, in seguito al verdetto irrevocabile della sentenza emessa lo scorso febbraio dalla Corte di Cassazione, gli uffici comunali hanno comunicato alle società interessate l’avvio delle procedure per la revoca delle licenze», ha fatto sapere Ilaria Abagnale, la sindaca di Sant’Antonio Abate (Napoli) il comune dove sorge la struttura. L’amministrazione ha dato seguito alla sentenza della Cassazione avviando «tutte le procedure in vista della completa acquisizione a patrimonio comunale del complesso immobiliare e dei terreni per oltre 40mila metri quadrati, già di proprietà del Comune di Sant’Antonio Abate». Il fondatore dell’attività, Antonio Polese aveva creato dal nulla un business basato sulle nozze-show. Morto nel 2016, l’attività della struttura era stata proseguita dai suoi familiari. Questi ultimi hanno però ereditato anche i guai giudiziari che ora porteranno alla chiusura della struttura.

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