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Neonati sepolti a Parma, le intercettazioni dei genitori di Chiara Petrolini: «Non avevi la pancia, com’è possibile? Hai rovinato la vita a tutti»

chiara petrolini neonati morti carcere
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I colloqui tra la madre e il padre della 21enne accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere

Rabbia e incredulità. I genitori di Chiara Petrolini, la 21enne di Vignale di Traversetolo (Parma) accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, non si capacitano cosa sia successo. Il 19 agosto vengono intercettati nella sala d’attesa del nucleo investigativo dei carabinieri di Parma, sono rientrati dagli Stati Uniti e su di loro si è abbattuta una tragedia. Negli stralci dell’ordinanza pubblicata da Repubblica viene fuori tutta la loro amarezza. «Ha rovinato la vita tua e a tutti», dicono riflettendo anche sul peso sociale della morte dei due neonati partoriti dalla figlia, «Come faremo a girare in paese e a guardare le persone in faccia? A guardarci?».

La paura della madre: «Chiara qua andiamo in prigione»

Quel giorno i carabinieri informano Roberto ed Elisa Petrolini che sono indagati insieme alla figlia di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Madre e padre sono ancora indagati, ma la procura ha già chiesto l’archiviazione per la loro posizione. Le cimici e le telecamere nascoste ascoltano tutto quello che i genitori si dicono con la figlia che ha confessato di aver sepolto due neonati nel giardino della villa di famiglia. La paura muove la madre che vede il suo mondo crollare. E alla figlia chiede solo la verità: «Chiara tu lo sapevi? Chiara dimmi la verità, l’hai buttato tu?». La 21enne prova a minimizzare. Ora è ai domiciliari, ma il tribunale del Riesame ha deciso il carcere. La madre prova a insistere: «Chiara dimmi tutto per l’amor del cielo. Chi è ’sto bambino? Chiara c’entri tu? Ma stai scherzando? Ma cosa hai fatto? Chiara andiamo in galera». Ma dalla ragazza trova solo un muro di bugie.

L’incredulità del padre: «Ma non avevi la pancia, non ci credo»

«Era mio», glissa la 21enne ammettendo di essere la madre del piccolo trovato in giardino. Il padre non ci crede: «Ma come facevi che non avevi nemmeno la pancia? Quel sangue che ho trovato mercoledì era tuo. Ma non avevi la pancia, non ci credo».

L’ipotesi: «Stai coprendo qualcuno»

Il dolore è così tanto che i genitori stentano a credere alla figlia: «Non ci credo, fammi vedere il test di gravidanza», dice la madre. Ma la 21enne le risponde che non ha fatto alcun test. Il padre poi prova a elaborare un’ipotesi disperata: «Tu stai coprendo qualcuno». Chiara però smonta tutto: «Mi sto prendendo le mie responsabilità».

«Quando è nato non respirava»

«Si parla di omicidio», le ricorda la madre. «Ma non l’ho ucciso. È nato, era…cioè non sapevo cosa fare», tentenna la ragazza nella ricostruzione. «Ma cosa vuoi dire? È nato e morto? Ma dove lo hai messo ‘sto bambino?», prova ancora a capire la donna. I genitori ritornano poi sul viaggio negli Stati Uniti: «Eri così tranquilla a New York». E Chiara nega: «Non lo ero». La madre quindi crolla: «È da manicomio». «Quando è nato non respirava», prova a spiegare la 21enne.

Il padre: «Ti avremmo aiutato se l’avessi detto»

«Chiara, ma perché?», chiede il padre. Chiara ammette che aveva paura: «Pa’… non sapevo cosa fare». Ma il genitore le risponde che la famiglia le sarebbe rimasta vicino: «Ma dillo, no? Ti abbiamo sempre aiutato in tutto». «Ma ci sono i genitori, oh. Ma sei deficiente?», aggiunge la madre. «Così ci hai rovinato la vita», le dice il padre. «Hai presente adesso che dobbiamo andare via da casa? Anche via dall’Italia», dice la madre in preda allo sconforto.

Samuel, il fidanzato, non sapeva nulla

«Samu non c’era?», chiede ancora Roberto Petrolini. «Lui non se n’è mai accorto, lui non lo sa! Non lo sapeva», ripete la figlia. «Ma dai Chiara, dai su, cioè veramente adesso stiamo dando dei numeri. C’è un bambino nato e noi non ce ne siamo accorti? Dov’è la tua pancia?», non si capacita la madre. «Mamma ma perché dovrei dire una balla?», continua la ragazza.

«Come faremo ad andare in giro in paese?»

«No vabbé. Ma come facciamo adesso a guardare in giro e andare. Guardarci, non lo so. Io non lo so. L’altro giorno quando ho detto: “I figli, bisogna pensarci bene prima di fare i figli, se no uno ce l’ha sul piede”. Va bene?», si dispera la madre. La donna chiede alla figlia se prendeva la pillola, lei nega, e quindi aggiunge: «Neanche il preservativo?». «Siiiii. Ma’, lo so. Potete anche non parlarmi più e non vedermi più», ribatte la figlia. «Chiamavamo l’ambulanza e tutto filava liscio e non succedeva niente. Non succedeva niente. Perché a 21 anni si può purtroppo rimanere incinta e avere un bambino, ma non fare queste cose qua. Ste cose qua sono da criminali. Da criminali», alza la voce la madre. E le ricorda il lavoro che voleva fare: «Puoi cambiar città. Poi con il lavoro che volevi fare te Chiara. A contatto con i bambini, cioè, brava, il top. Ero così tranquilla e serena. Ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai ammazzato un bambino». Infine la mamma chiede a Chiara: «E hai tagliato il cordone ombelicale così? (mimando il gesto, ndr)». E dove hai buttato il cordone?”. Chiara: «Il mio? Nel water». A questo punto la madre inorridisce: «Nel water? Ma parliamo di un giallo, di un thriller. Signore dammi la forza di reagire a questo perché non ce la posso fare. Io mi domando con che faccia guardo le altre persone adesso in paese? Mi sento morire».

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