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Polemica sull’omaggio di Salvuccio Riina al padre Totò nell’anniversario della morte: «Vive sempre in Noi e con Noi»

17 Novembre 2024 - 18:41 Alba Romano
ll terzogenito del boss mafioso, morto in carcere il 17 novembre 2017, ha scritto due post su Instagram e Facebook per ricordarlo. Tantissimi like e decine di commenti affettuosi

È polemica per il post sui social con cui Salvuccio Riina, terzogenito del mafioso siciliano Totò Riina, morto in carcere il 17 novembre 2017, omaggia il padre. Su Instagram e Facebook, Riina jr. ha pubblicato una foto incorniciata del boss corleonese con accanto un vaso con due rose rosse: «Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi», si legge. Tantissimi i like e decine i commenti, che elogiano il mafioso. «Un vero uomo d’onore e di famiglia come non né esistono più», scrive un utente. Ma anche: «Un grande uomo con i veri valori della famiglia. Ognuno di noi combatte la propria guerra per la sua famiglia», o «Grande uomo non ne nascono più come lui sicuramente». E pure: «Totò l’imbattibile e unico». Salvuccio Riina ha scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione. Uscito dal carcere ha vissuto tra il Veneto e l’Abruzzo, ha terminato gli studi e si è laureato; nel 2023 è rientrato a Corleone.

Le vecchie polemiche

Non è la prima volta che il figlio del vecchio padrino corleonese utilizza i social per rendere omaggio al padre. Lo scorso Ferragosto un altro post sollevò polemiche perché la didascalia della foto diceva: «Buon Ferragosto a tutti voi da via Scorsone 24, 90034, Corleone». La via Scorsone, dove storicamente risiede la famiglia Riina, dal 2018 è stata rinominata via Cesare Terranova in memoria del magistrato ucciso dalla mafia a Palermo insieme al suo collaboratore Lenin Mancuso. Dopo le critiche, sollevate anche dal comune di Corleone, Riina modificò il post scrivendo: «Buon Ferragosto da Corleone». 

Le reazioni

Per Carmine Mancuso, figlio di Lenin (fondatore del coordinamento antimafia ed ex senatore) «è amaro constatare che, pochissimo tempo fa, dopo la non occasionale grave provocazione di Giuseppe Salvatore Riina per dileggiare la figura del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso, avevo avvertito della gravità dell’episodio, avevo segnalato allo stesso ministro dell’Interno (senza alcuna cortese risposta) e alle istituzioni la ricostituzione in maniera rapida della struttura criminale di una nuova mafia – dice all’Ansa -. Era evidente che il rampollo Riina avesse dato l’eloquente segnale di avvio riproponendosi dato il suo pedigree a capo e quindi chiamando a raccolta i proseliti. Sui social vedo anche un disgustoso coro di consensi». Anche la presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo è intervenuta su X ricordando che «lo Stato ha vinto, Riina ha perso». «Un uomo – si legge -che si è contraddistinto per ferocia e malvagità; ha seminato tanto di quel sangue che nessuna “nostalgia” potrà mai cancellare. “Totò è stato battuto”, e di lui non resta che il ricordo di un uomo in fuga, solo e braccato, che alla fine si è dovuto arrendere alla morsa degli inquirenti e delle forze dell’ordine che gli davano la caccia», conclude Colosimo.

Foto copertina: Salvo Riina I Facebook

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