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Entra in ospedale in arresto cardiaco e viene salvato dai medici. Il racconto dell’anestesista che l’ha rianimato: «Oggi festeggia la sua rinascita»

17 Novembre 2024 - 22:16 Alba Romano
La vicenda risale a un anno fa. Tra i tanti casi di malasanità «ci sono degli episodi positivi che molto spesso si dimenticano», scrive su X

È una storia a lieto fine. Quella raccontata (sui social) da un medico specializzato in anestesia e rianimazione. Risale a un anno fa e ha come protagonista – si legge sul post di X – un paziente di 40 anni, trasportato in ospedale in arresto cardiaco. Le gravi condizioni dell’uomo spingono i professionisti a proseguire «la rianimazione oltre il “limite”, consci – sottolinea – del suo buono stato di salute e della giovane età». «Veniamo premiati», scrive. Il ritmo del paziente «riprende». Così, la «corsa in emodinamica» dove i dottori «gli riaprono una coronaria». Al risveglio, circa tre ore dopo l’intervento, «chiacchierava con sua moglie in un letto di Terapia Intensiva. Come se nulla fosse successo – racconta il medico – Il giorno dopo vado a trovarlo in UTIC (Unità di terapia intensiva cardiologica, ndr), gli racconto tutto, era curioso». I due iniziano a parlare di lavoro, figli e passioni. «Mi dice che non mi dimenticherà mai – continua il narratore -, mi dice grazie mille volte». 

«Spesso ci dimentichiamo degli episodi positivi»

Tra i tanti casi di malasanità, verificatisi negli ultimi giorni – come la tragica morte per una rinoplastica di Margaret Spada, nello studio medico di Marco e Marco Antonio Procopio, indagati per omicidio colposo – ci sono «degli episodi positivi» ma che molto spesso «si dimenticano», confida. O non finiscono sulle pagine dei giornali. E «personalmente ricordo più le volte in cui non ci sono riuscito a salvare qualcuno: resta come un macigno», spiega l’anestesista su X. A un anno esatto da quell’intervento, che ha salvato la vita al 40enne, lo specialista scrive sui social di aver ricevuto una mail. O meglio: una fotografia, che ritrae l’ex paziente in Giappone dove «con tutta la famiglia sta festeggiando il primo compleanno da quella rinascita». Festeggiano quella «normalità – spiega – che poteva essere spezzata per sempre. Ma che con la sua forza e la nostra caparbietà c’è ancora». Il messaggio recita: «Grazie non ti dimenticherò mai. Non vi dimenticherò mai». Ma, in realtà, conclude lo specialista, «siamo noi che ringraziamo lui, perché sono questi i motivi per cui, nonostante le difficoltà, i fallimenti, le notti insonni, le feste in ospedale non smettiamo mai di essere lì». 

Foto copertina: Dreamstime.com

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