Turisti israeliani rifiutati dall’hotel: il titolare si scusa, ma le app Booking e Trivago lo sospendono
Ora chiede scusa Patrik Ongaro, il titolare dell’Hotel Garnì Ongaro a Selva di Cadore finito al centro delle polemiche per aver rifiutato la prenotazione di due turisti israeliani, accusando il loro Paese di essere «responsabile di genocidio». Il gesto, inizialmente difeso dallo stesso Ongaro sui social come un modo per «fare la differenza» ha causato una bufera mediatica. Alla fine, l’albergatore si è scusato e si è offerto di ospitare i due ragazzi: «Sono contrario a ogni forma di violenza e non avevo intenzioni razziste o antisemite». Ma i guai, per lui, non sono finiti. Booking ha rimosso l’hotel dalla propria piattaforma, spiegando in una nota: «Non tolleriamo discriminazioni di alcun tipo». Tripadvisor ha aggiunto un avviso sul profilo della struttura, invitando i clienti a cercare ulteriori informazioni prima di prenotare. E anche Trivago ha bloccato le prenotazioni.
Le scuse non placano le polemiche
Le scuse di Ongaro non hanno placato le critiche. La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha definito il gesto «un grave errore che danneggia il settore e l’immagine dell’Italia». Federalberghi Belluno, per voce del presidente Walter De Cassan, ha ricordato che «l’ospitalità è per tutti, senza distinzione». Solidarietà alla Comunità ebraica arriva dal sindaco di Selva di Cadore, Luca Lorenzini, che ha condannato fermamente l’accaduto. E anche Irwin Ongaro, fratello e socio del titolare, si è dissociato dalle affermazioni di Patrik. «Non sapevo nulla di questa storia e l’ho appresa dai media. Mio fratello non ha mai avuto posizioni forti contro Israele, penso che la sua sia stata una presa di posizione contro la guerra in generale, più che contro gli israeliani», ha detto.