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Armi all’Ucraina, Donald Trump jr accusa Joe Biden: «Vuole la Terza Guerra Mondiale»

donald trump jr donald trump joe biden ucraina russia terza guerra mondiale
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La reazione dopo l'ok della Casa Bianca ai missili a lungo raggio in territorio russo. La promessa sulla chiusura della guerra in 24 ore e la profezia di Podolyak su Trump e Putin

Donald Trump Jr ha accusato il presidente Usa Joe Biden di voler «far partire la Terza Guerra Mondiale» prima che suo padre, presidente designato, «abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite». Trump Jr lo ha scritto in un messaggio postato su X che segue la decisione della Casa Bianca di autorizzare l’Ucraina a usare missili a lungo raggio contro obiettivi militari all’interno della Russia. Secondo i media Usa Biden avrebbe deciso l’ok all’uso di armi a lungo raggio dopo la minaccia di un assalto russo a Kursk. Nella città russa Mosca vuole combattere insieme ai 10 mila soldati nordcoreani inviati da Kim Jong-Un. Da qui il via libera all’uso dei missili a lungo raggio, conosciuti anche come Army Tactical Missile Systems (Atacms).

L’Ucraina, la Russia, gli Usa

Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca gli ucraini sperano infatti di utilizzare il territorio conquistato in Russia come merce di scambio sul tavolo dei negoziati per la pace. Ma se perdono quel territorio non possono più farlo. Mentre gli Usa vogliono fermare Kim per evitare che si saldi il suo legame con Mosca. Secondo il Washington Post l’autorizzazione all’uso degli Atacms sarà limitata proprio alla regione del Kursk. Vladimir Putin ha spesso definito l’uso dei missili a lunga gittata in territorio russo come la linea rossa per l’allargamento del conflitto. Le restrizioni erano state già allentate in parte a maggio, dopo l’offensiva russa su Kharkiv. In quel caso l’autorizzazione riguardava gli Himars, che hanno un raggio d’azione di 80 chilometri, mentre gli Atacms arrivano a 300.

L’escalation

La Russia invece grida all’escalation. Mentre Putin e Trump sarebbero già in contatto. Risale al 10 novembre scorso la notizia di una telefonata tra i due, poi smentita dal Cremlino. Kurt Volker, già inviato Usa in Ucraina durante il primo mandato di Trump, ha detto che il nuovo presidente degli Stati Uniti farà finire la guerra «in 24 ore». Secondo Volker «Putin è quasi pronto. Diversi segnali indicano la sua disperazione, come chiedere alla Corea del Nord non solo munizioni, ma anche militari, perché se spostasse i suoi soldati nella regione di Kursk per riprenderla il fronte crollerebbe nel Donbass. L’economia è surriscaldata dalle spese militari, ma i tassi salgono e la mancanza di accesso ai mercati internazionali pesa sempre di più. Putin sta arrivando a un punto critico: farà tutto il possibile per guadagnare posizioni in autunno, ma il prossimo anno potrebbe essere pronto all’accordo».

Gli ucraini e Zelensky

Trump gli dirà «che deve fermarsi e non occupare altri territori. Non riconoscerà l’occupazione, ma smetterà di intervenire militarmente per invertirla». Agli ucraini invece Trump «dirà che devono accettare l’accordo, in cambio di forniture belliche che li garantiscano da future aggressioni e la prospettiva di entrare nella Nato e nella Ue». Zelensky, secondo Volker, può accettare per la prospettiva di entrare nella Nato e nell’Ue. Anche se dovrebbe farlo tra 20 anni.

Mikhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, dice invece al Corriere della Sera che le forniture di armi continueranno da Biden a Trump: «Trump è interessato a realizzare progetti di successo. Sostiene il principio della pace con la forza: è pronto a dimostrare che, se qualcuno viola leggi e accordi, deve essere costretto a rispettarli. E va aggiunto che Putin mira ben più che alla rapina dei territori ucraini: per restare attore globale necessita di violare le regole nel modo più plateale possibile. Ieri attaccava l’Occidente, d’ora in poi dovrà affossare direttamente la reputazione di Trump. Di conseguenza, lo scontro frontale è scontato, inevitabile».

La pace nel 2025

Secondo Podolyak il 2025 potrebbe portare la fine della guerra perché «stanno terminando la risorse, anche quelle russe. E noi dobbiamo dare risposte dure, precise. Altrimenti la Corea del Nord inizierà a rivendicare un ruolo in Europa. Ecco uno dei motivi per cui possiamo attaccare la Russia in profondità con le armi occidentali, dobbiamo destabilizzare la loro società interna, fomentare scioperi e malcontento». Anche se «Putin non vuole e non è pronto alla pace. Nella sua testa mira ancora a vendicare la sconfitta sovietica nella Guerra fredda». Mentre sulla Corea del Nord «credo che la Nato e le istituzioni europee debbano riflettere e reagire molto più fermamente. Pyongyang ha mandato un esercito d’invasione in Europa».


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