Elena Cecchettin contro il governo dopo l’affondo di Valditara su femminicidi e migranti: «Cos’ha fatto oltre a un dépliant?»
È polemica sulle parole pronunciate da Giuseppe Valditara alla presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, intitolata alla 22enne di Vigonovo (Padova) uccisa nel novembre del 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. In un videomessaggio trasmesso alla Camera, il ministro dell’Istruzione ha sostenuto che il patriarcato, «almeno come fenomeno giuridico», non esiste più. E ha aggiunto che i fenomeni di violenza sessuale sono un risultato che «discende in qualche modo dall’immigrazione illegale». Tra i primi a commentare l’uscita del ministro leghista c’è Riccardo Magi, segretario di PiùEuropa. «I dati diffusi dal Ministero dell’Interno parlano chiaro: oltre l’80% dei femminicidi in Italia è commesso da cittadini italiani. Valditara si vergogni: la sua è solo una spudorata strumentalizzazione razzista», attacca Magi. Critiche anche dagli esponenti del Partito democratico. «La lotta al patriarcato non è una questione ideologica. Anzi, dovrebbe rappresentare una battaglia comune per sradicare maschilismo, violenza e sopraffazione», sostiene Alessandra Moretti, eurodeputata dem. Il deputato Marco Furfaro definisce Valditara inadeguato per il ruolo che ricopre, mentre Aurora Floridia, senatrice di Avs, lo accusa di fare «affermazioni irresponsabili e prive di fondamento».
Valditara tira dritto
Nonostante il coro di critiche dai banchi delle opposizioni, Valditara non arretra. Anzi, nel pomeriggio pubblica una nota in cui rivendica le parole pronunciate poche ore prima. «Non si capisce perché la sinistra la butti sempre in rissa e non sappia ragionare in termini pacati. Quanto al patriarcato, cioè ad una società fondata sul potere giuridicamente e gerarchicamente sovraordinato del padre, ribadisco che dalla riforma del 1975 non esiste più. Esiste il maschilismo contro cui si deve lottare mettendo al centro il valore di ogni persona», dice il ministro. E per quanto riguarda gli episodi di violenza sessuale, Valditara continua a sostenere che si combattono «anche riducendo i fenomeni di marginalità e di devianza legati alla immigrazione clandestina». Dopodiché, punta il dito contro le opposizioni: «Mi viene il dubbio che più che lottare per la dignità della donna e contro la violenza sulle donne qualcuno a sinistra voglia solo condurre altre battagli».
Lo sfogo di Elena Cecchettin: «Cosa sta facendo il governo contro i femminicidi?»
A criticare le parole di Valditara è anche Elena Cecchettin. «Oltre al dépliant proposto (che già qui non commentiamo) cos’ha fatto in questo anno il governo?», si chiede la sorella di Giulia. E ancora: «Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro?». In un messaggio pubblicato su Instagram, Elena Cecchettin continua replicando più o meno direttamente a Valditara: «Dico solo che se si ascoltasse, invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, forse non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro paese ogni anno». Infine le lodi all’iniziativa costruita dal padre, Gino: «Mio padre ha raccolto i pezzi di due anni di dolore e ha messo insieme una cosa enorme. Per aiutare le famiglie, le donne a prevenire la violenza di genere e ad aiutare chi è già in situazioni di abuso», ha ricordato la sorella di Giulia Cecchettin sui social.
In copertina: Elena Cecchettin e Giuseppe Valditara