La paura dei presidenti delle Corti d’Appello: «Così la riforma sui migranti è un disastro»
C’è preoccupazione tra i presidenti delle Corti d’Appello di tutta Italia nei confronti della riforma in materia di protezione internazionale che, con due decreti legge in fase di conversione, reiintroduce il
il reclamo davanti ai giudici di secondo grado e nei confronti della proposta di attribuire loro la competenza per i provvedimenti di convalida dei trattenimenti di coloro che presentano richiesta di asilo nel nostro paese. I rappresentanti dei 26 distretti di Corte d’Appello, prevedono «un disastro annunciato» che renderà «irrealizzabili gli obiettivi del Pnrr» e «determinerà un’ulteriore recrudescenza dei tempi e dell’arretrato dei processi». Hanno inviato una lettera, la seconda nel giro di poco tempo, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e al vice presidente del Csm Fabio Pinelli e all’Anm. I contenuti della lettera, indicato in una nota diffusa alla stampa parla di gravi esiti perché le misure «verrebbero attuate in via d’urgenza, ad organici invariati e senza risorse aggiuntive».
I numeri e il raddoppio degli arretrati
Nella lettera si spiega che «i Presidenti delle Corti di appello seguono con grande preoccupazione i lavori di conversione dei decreti-legge n. 145 e 158 del 2024, nella parte in cui si prevede la reintroduzione
del reclamo in Corte di appello avverso provvedimenti in materia di protezione internazionale, con la proposta, da ultimo, di attribuire alle stesse la competenza per i provvedimenti di convalida dei trattenimenti dei richiedenti asilo». «A prescindere da ogni considerazione circa l’alterazione del sistema delle impugnazioni, – proseguono – si deve rammentare come il Ministero della Giustizia abbia, meno di due anni fa, rafforzato le sezioni specializzate di primo grado, con l’incremento degli organici e delle risorse poste a disposizione di questi uffici, proprio per far fronte, con una opportuna programmazione, alle crescenti difficoltà del contenzioso in materia di asilo e di protezione internazionale», sottolineano.
Però, «le modifiche che oggi vengono proposte verrebbero attuate in via d’urgenza, ad organici invariati e senza risorse aggiuntive. In tali condizioni, è facile prevedere che la riforma costituirà un disastro annunciato per tutte le Corti di appello italiane, renderà irrealizzabili gli obiettivi del Pnrr e determinerà un’ulteriore recrudescenza dei tempi e dell’arretrato dei processi. I Presidenti delle Corti – chiude la missiva – auspicano che il Parlamento eviterà simili gravi esiti». Secondo i calcoli dei presidenti se venissero convertiti solamente i due decreti (i reclami contro i provvedimenti del Tribunale e anche contro le sospensive) raddoppierebbe il numero degli arretrati in quanto ci sarebbero circa 5 mila fascicoli in più che si sommerebbero ai circa 4.700 da definire. Qualora invece, come propone un emendamento di una parlamentare di FdI, le Corti vengano incaricate di convalidare i trattenimenti, sempre nel capoluogo lombardo, passerebbero in secondo piano e quindi verrebbero rinviate circa 400 cause all’anno.