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Belluno, i turisti rifiutati dall’albergo: «Ci ha ferito. Le scuse? Non sono sincere»

cadore hotel israeliani rifiutati
cadore hotel israeliani rifiutati
La protesta: «La guerra ci è stata imposta». Il titolare di un hotel a Selva di Cadore, Patrik Ongaro, aveva respinto la coppia israeliana perché riteneva i due cittadini responsabili di quanto sta succedendo a Gaza

«Non ho ricevuto messaggi personali. Sarà stata una scelta dettata dal clamore generale. Non credo sia sincero e non cambia il danno che abbiamo subìto. Per me queste scuse non hanno valore». Eden, turista israeliana di 24 anni, commenta così le scuse di Patrik Ongaro il titolare dell’Hotel Garnì Ongaro a Selva di Cadore (Belluno) che ha respinto con un messaggio la prenotazione di lei e del suo compagno in quanto riteneva il loro Paese di essere «responsabile di genocidio». «Ci ha ferito. L’orrenda e irrealistica accusa di genocidio ci ha sconvolti», riferisce la turista a Rebecca Luisetto sul Corriere. Un episodio, unito alle aggressioni ai tifosi israeliani ad Amsterdam, che ha convinto la coppia a non tornare più in Italia e in Europa almeno per un po’.

La paura

La mossa del titolare, che sui social aveva anche sventolato in modo fiero il suo gesto, non è rimasta senza conseguenze. Booking ha rimosso l’hotel dalla propria piattaforma, Trivago ha bloccato le prenotazioni e Tripadvisor ha aggiunto un avviso sul profilo della struttura che invita a cercare ulteriori informazioni. Manovre, insieme alle critiche ricevute dal mondo della politica e sui social, che hanno convinto il titolare a ritrattare: «È positivo che l’indignazione generale lo abbia spinto a fare marcia indietro», dice Eden. Che ricorda come lei e il suo compagno si siano sentiti leggendo quel messaggio: «Ci siamo anche chiesti se durante il viaggio ci sarebbe successo di nuovo qualcosa di simile, se sarebbe potuto accadere altro di peggio o se magari avremmo potuto subire qualche tipo di violenza fisica, visto quanto avvenuto nei Paesi Bassi».

Le altre esperienze in Italia: «Tutti sono sempre stati gentili e disponibili»

«Solo io l’avevo visitata a 7 anni. Tutti gli italiani che abbiamo conosciuto sono sempre stati gentili e disponibili. Noi siamo comunque venuti in Italia nei giorni programmati e abbiamo alloggiato in un’altra struttura turistica senza alcun problema», racconta la turista israeliana. Che spiega anche il clima che ogni cittadino israeliano respira in questo periodo: «So che in questo momento c’è ostilità verso il mio popolo, ma non da parte di tutti. Nel nostro viaggio penso ci abbia aiutato il fatto che non è stata riconosciuta la nostra nazionalità o religione, a parte da chi leggeva i nostri documenti».

Sulla guerra: «Ci è stata imposta ed è necessaria»

Se potesse avere un confronto con Ongaro, Eden saprebbe già cosa rispondergli: «Prima di tutto che al di là delle opinioni politiche io sono un essere umano come lui, nessuno merita di essere trattato così. Poi sarei aperta a discutere delle nostre idee anche se diverse». E a proposito, sull’amministrazione del premier Benjamin Netanyahu sostiene: «Dipende da quali politiche. Alcune le appoggio, altre no. E su alcune non ho opinioni, non sono un’esperta. Il mio parere sul conflitto è solo uno: penso sia stato imposto a Israele e che sia necessario per la sua sopravvivenza. Ogni giorno desidero che finisca, ma ad alcune condizioni: tutti gli ostaggi (vivi o morti) devono tornare a casa, Hamas deve perdere il suo potere e le minacce degli altri Paesi devono essere fermate. Vogliamo vivere una vita normale, tranquilla e pacifica».

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