Elly Schlein e le elezioni in Emilia-Romagna e Umbria: «La destra ha perso per i tagli alla sanità»
Elly Schlein dice che quella del Campo Largo in Emilia-Romagna e Umbria è «una vittoria plurale e collettiva a cui hanno contribuito tutte le forze progressiste: ci indica la direzione per costruire l’alternativa alle destre». Mentre il governo Meloni è uscito sconfitto per i tagli alla sanità. «Penso che sia stata innanzitutto una vittoria degli emiliano-romagnoli e degli umbri. Mai mi avete sentito caricare di valenze nazionali le elezioni regionali e non lo farò neanche ora. Anche se credo che il calo vistoso dei partiti di governo dovrebbe spingerli a interrogarsi sulle politiche sbagliate che stanno portando avanti: la sanità pubblica è diventata la prima preoccupazione dei cittadini a prescindere da ciò che votano. E non mi stupirei se una parte di quegli elettori che hanno votato per Stefania e Michele l’abbiano fatto proprio in virtù delle nostre battaglie a difesa degli ospedali e dei salari», dice in un’intervista a Repubblica.
Il balzo impressionante
Nel colloquio con Giovanna Vitale la segretaria del Partito Democratico dice che «ovunque c’è stato un balzo impressionante. Se guardiamo i dati, il Pd è al 43% in Emilia-Romagna, con 8 punti in più rispetto alle regionali di cinque anni fa e oltre 7 rispetto alle Europee di giugno. A confronto con le Politiche del 2022, stiamo parlando di 15 punti in più in due anni. Stando così le cose, abbiamo un Pd che da solo, in Emilia-Romagna, prende più voti dell’intera coalizione di centrodestra. Una roba clamorosa. Come pure in Umbria, dove si sta ancora contando: a metà spoglio il Pd è al 31%, 9 punti in più delle precedenti regionali. Ed era già successo in Sardegna, dove abbiamo vinto, ma pure in Liguria dove invece abbiamo perso di poco».
I risultati della destra
FdI in Umbria invece ha perso 14-15 punti rispetto alle Europee, in soli cinque mesi. «Non mi pare un caso che avvenga proprio mentre il governo annuncia altri tagli alla scuola e alla sanità pubblica, tradisce le promesse sulle pensioni che aumentano di 10 centesimi al giorno e in un momento in cui a fronte di un calo della produzione industriale che dura da 20 mesi si decide di sottrarre 4,6 miliardi all’automotive. Scelte che regalano solo delusione e incertezza a famiglie e imprese», sostiene Schlein. Mentre il Pd «è il perno della costruzione dell’alternativa alle destre. E ci consegna una grande responsabilità, che infatti abbiamo sempre esercitato all’insegna della massima unità. Noi continueremo a perseguirla. I risultati ci dicono che siamo sulla strada giusta: non abbiamo nessuna presunzione di autosufficienza».
E il m5s?
C’è però un problema: gli scarsi risultati del Movimento 5 Stelle. Che potrebbero portare Giuseppe Conte a smarcarsi dalla coalizione: «Quelle di oggi sono le vittorie di tutte le forze progressiste che hanno contribuito a costruire l’alternativa. C’è un Pd che ha rialzato la testa, ritrovato un’anima, un profilo chiaro e una connessione con la nostra gente che sa da che parte trovarci. La parte di chi interpreta la sinistra come uno strumento nelle mani dell’Italia che fa più fatica e lotta per migliorare le sue condizioni di vita», dice Schlein.