Il Ponte sullo Stretto di Messina e lo studio sismico da rifare: «Rischi da faglie attive»
Il Ponte sullo Stretto di Messina ha il via libera del ministero. Ma i tempi rischiano di slittare. Perché la Valutazione di Impatto Ambientale di 685 pagine impone 62 integrazioni alla società committente. E tra queste lo studio sul rischio sismico. Oltre alla questione dell’altezza dell’opera, che va a impattare su navi da crociera e portacontainer. Ma c’è anche il problema delle faglie attive – smentito dalla società – e il via libera mai arrivato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Le prescrizioni del ministero di Gilberto Pichetto Fratin sono da inserire nel progetto esecutivo. Solo dopo, spiega oggi Repubblica, potrà aprire il cantiere.
Faglie attive e rischio sismico
Secondo i progettisti il ponte può resistere a un terremoto di magnitudo 7.1 della scala Richter. Ma la commissione che ha redatto la Via dice che esiste un problema di faglie attive e rischio sismico:
«Il proponente deve presentare — si legge nel parere della commissione Via — uno studio in cui siano maggiormente approfondite le indagini geofisiche, sismologiche e paleosismologiche e la caratterizzazione delle faglie ritenibili ancora attive». Carlo Doglioni dell’Ingv nei giorni scorsi aveva preso le distanze da due ricercatori che avevano lavorato al progetto. Ma intanto la Società Ponte sullo Stretto ha stipulato una convenzione da 26 mila euro con l’ente. La commissione richiede anche di rifare gli studi sul traffico stimato. E ci sono prescrizioni anche sul rischio idrogeologico, per il quale servono studi che dovranno consentire un monitoraggio della costa.
L’approvvigionamento idrico
Secondo il ministero ci sono anche dubbi sull’approvvigionamento idrico del cantiere. Perché si rischia di far restare a secco la città di Messina. Intanto la società e il committente Eurolink hanno aperto alla possibilità di innalzamento dell’impalcatura. Il progetto però riporta ancora l’ipotesi dei 65 metri, che causerebbe difficoltà ad alcune imbarcazioni. Ma qualsiasi passaggio di nuovo progetto potrebbe reinnescare la procedura della Via. Con ritardi importanti in arrivo. E la data dell’inizio del 2025 indicata dal ministro Matteo Salvini come quella dell’apertura del cantiere rischia di slittare.