Andrea Romizi è il più votato in Umbria: chi è l’ex sindaco di Perugia che Forza Italia voleva candidare al posto di Tesei
È difficile scardinare l’assioma della ricandidatura dell’uscente, sia esso un sindaco o un presidente di Regione. Lo è persino per Giorgia Meloni, traino ormai indiscusso della maggioranza e che, a due anni dal suo insediamento a Palazzo Chigi, ricopre ancora una posizione minoritaria nello scacchiere dei territori italiani governati dal centrodestra. È quasi un automatismo: se le inchieste giudiziarie non avessero travolto Christian Solinas, avrebbe corso di nuovo per la tornata sarda in quota Lega. Nella rossa Emilia-Romagna, dove non c’era un governatore da riconfermare, la coalizione ha optato per un approccio morbido, con la candidatura dell’indipendente Elena Ugolini. In Umbria, il postulato ha retto e il nome di Donatella Tesei, alla fine, è stato indicato per concorrere a un secondo mandato. Le avvisaglie che non fosse la migliore strategia per mantenere la Regione c’erano state. Nella valutazione delle possibili alternative all’ormai ex presidente del Carroccio, un nome era emerso tra le file di Forza Italia. Si tratta di Andrea Romizi, ex sindaco di Perugia e l’unico in grado, dal 1946, di strappare alla sinistra il governo di Perugia.
Il sorpasso definitivo sulla Lega
La sua candidatura è rimasta una suggestione sottaciuta. Però Romizi è comunque sceso in campo per un posto di consigliere. L’ha vinto prendendo più voti di chiunque altro. Anche nel Partito democratico, che ha ottenuto il 30,23% dei consensi in Umbria, nessuno si è avvicinato al numero di preferenze del forzista: al termine dello scrutinio, 10.345 schede riportano il cognome Romizi, un terzo dei 31.128 voti presi dal partito di Antonio Tajani. Forza Italia raggiunge il 9,69%, terza forza politica di tutta la regione dopo il Pd e Fratelli d’Italia. Anche in Emilia-Romagna gli azzurri sono il terzo partito e nessuno osa più ripetere i ragionamenti, che si sprecarono dopo la morte di Silvio Berlusconi, sulla sua scomparsa dalla scena politica. Chi dovrà invece fare una valutazione in termini di sopravvivenza, specialmente nei territori più lontani dal Nord Italia, è la Lega di Matteo Salvini. La débâcle umbra, Regione dove ha governato negli ultimi cinque anni, cristallizza la posizione del Carroccio negli equilibri interni alla coalizione di centrodestra: è la terza gamba, ormai stabilmente indietro a meloniani e tajaniani.
Il tentativo di Tajani e il rammarico di Forza Italia
Da Roma, è arrivata una promozione per Romizi: Tajani l’ha nominato membro della segreteria nazionale di Forza Italia, come «riconoscimento per lo straordinario risultato elettorale» ottenuto alle regionali. il responsabile nazionale dell’organizzazione azzurra, Francesco Battistoni, ha rimarcato il significato politico dell’ennesimo sorpasso alla Lega: «Ci consolidiamo come terzo partito a livello nazionale e secondo della coalizione di centrodestra, serio e affidabile, responsabile e rassicurante che attrae e convince». Il rammarico per non aver puntato su Romizi serpeggia, anche perché a Open risulta che Tajani abbia investito tempo e pressioni per la sua candidatura. Quando la Lega, però, non ha mostrato flessioni e si è appellata al dogma di ricandidare gli uscenti, il segretario ha dovuto desistere. Al centrodestra, che ha perso sia Perugia che l’Umbria in pochi mesi, non resta che vestire i panni dell’opposizione in una terra che torna ad affidarsi alla sinistra. Romizi sarà il volto in questo ruolo, in attesa di un’investitura nazionale che potrebbe arrivare già alle prossime politiche.
Chi è Andrea Romizi
D’altronde Romizi, oggi 45enne, è all’apice della sua parabola politica, iniziata da giovanissimo. Ha modo di testare le sue capacità come rappresentante d’istituto e nel gruppo degli scout che frequenta a Perugia. Poi, a 20 anni, trasferitosi a Siena per frequentare l’università, fonda la sezione locale di Forza Italia giovani. Nel 2000 è nominato responsabile per l’associazionismo e il volontariato del partito per la provincia di Perugia. Nel capoluogo umbro viene eletto nel Consiglio di facoltà e nel Consiglio degli studenti dell’Università di Perugia. È il 2004 quando si candida alle prime vere elezioni, riuscendo a entrare a Palazzo dei Priori: è il più giovane consigliere comunale di quella legislatura. La carriera nel partito prosegue, mentre nel 2009 viene rieletto a Perugia e riceve la nomina a vicepresidente del Consiglio comunale. Per una serie di eventi anche fortuiti, nel 2014 il centrodestra lo candida come sindaco: al ballottaggio sconfigge a sorpresa il sindaco uscente uscente Wladimiro Boccali, con il 58% delle preferenze. Romizi è il primo amministratore di centrodestra del capoluogo umbro, dal 1946. Cinque anni più tardi riottiene la carica di primo cittadino al primo turno, con il 59,8% dei consensi. Berlusconi, che si è accorto di lui, lo nomina coordinatore regionale di Forza Italia al posto di Catia Polidori, personaggio molto influente in Umbria e la cui famiglia coltiva un’amicizia con quella del Cavaliere. Non potendo essere ricandidato per un terzo mandato, Romizi sceglie di giocare la partita delle Regionali. E la vince, primo fra tutti.