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Morte Larimar Annaloro, l’autopsia non toglie tutti i dubbi sul suicidio: «Collo, addome e piedi legati, modalità anomale»

20 Novembre 2024 - 12:42 Massimo Ferraro
larimar annaloro suicidio autopsia modalita anomale piazza armerina
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Proseguono le indagini per istigazione al suicidio della 15enne di Piazza Armerina: sequestrati i cellulari di 8 giovani, tra conoscenti e compagni di scuola

L’autopsia sul corpo di Larimar Annaloro, la 15enne di Piazza Armerina trovata impiccata nel giardino di casa, non toglie tutti i dubbi sulla dinamica che ha portato alla sua morte. I rilievi medici sulla studentessa hanno evidenziato che aveva il collo, l’addome e i piedi legati. La 15enne si sarebbe quindi stretta una corda attorno al corpo, poi avrebbe passato il cappio a un albero e si sarebbe buttata giù. L’osso cervicale è rimasto intatto e, nonostante avesse le mani libere, la giovane non avrebbe provato ad allentare il nodo alla gola una volta caduta. Le corde sono state poi slacciate dalla madre nel tentativo di soccorrerla. «Modalità anomale», questa la valutazione dei medici che l’hanno esaminata, e che non dissipano tutti i dubbi attorno all’ipotesi del suicidio. Un gesto che Larimar Annaloro avrebbe compiuto dopo una lite con una coetanea che l’accusava di essersi avvicinata troppo al suo fidanzato, con il giovane che confermava. Questa discussione sarebbe avvenuta davanti ad altri compagni di scuola, provocando profondo imbarazzo nella 15enne. Ma subito dopo il ritrovamento del corpo gli investigatori hanno inseguito anche la pista del revenge porn. Dalle testimonianze raccolte infatti sarebbero circolate nelle chat del paese anche foto e video di rapporti intimi, condivisi da un suo ex fidanzato.

Il sequestro dei cellulari

L’indagine per istigazione al suicidio prosegue intanto e la Procura dei Minori di Caltanissetta ha disposto il sequestro dei telefonini di 8 ragazzi, conoscenti e compagni di scuola della 15enne. La legale della famiglia della 15enne, l’avvocata Milena Ruffini, prosegue le indagini difensive e nei giorni scorsi ha chiesto ufficialmente un incontro alla preside della scuola delle due studentesse senza avere risposta. «Stiamo compiendo accertamenti su quanto acquisito, solo a quel punto decideremo se procedere con una denuncia», ha fatto sapere. Dalla lite con la coetanea al caso di revenge porn, gli inquirenti vogliono chiarire se Larimar Annaloro è stata vittima di azioni che l’hanno emarginata e spinta a togliersi la vita.

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