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Sciopero medici e infermieri, adesioni all’85%: Bassetti: «Io lavoro, così si danneggiano i pazienti»

La manifestazione proclamata dai sindacati di categoria a Roma. L'infettivologo: «Non condivido le ragioni e poi danneggia i pazienti»

L’adesione allo sciopero di 24 ore in corso oggi, 20 novembre, di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari raggiunge punte «dell’85% compresi gli esoneri previsti per legge». Lo dichiarano in una nota congiunta i vertici delle sigle sindacali (Anaao Assomed; Cimo-Fesmed; Nursing Up) che hanno indetto l’agitazione contro le politiche sulla sanità portate avanti dagli ultimi governi: nella giornata sarebbero a rischio circa 1,2 milioni di prestazioni sanitarie. Mancanza di personale e di finanziamenti, il “tradimento” delle promesse con la nuova Legge di Bilancio, il continuo esodo di professionisti sono le motivazioni principali della protesta che ha il suo fulcro in Piazza SS Apostoli a Roma. «Poche risorse, serve un rilancio», sostengono i sindacati in una lettera inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

La lettera a Meloni

«La nostra non è una protesta nata in modo estemporaneo ma affonda le radici negli anni passati, caratterizzati – sia a destra che a sinistra – da una visione politica della sanità pubblica estremamente miope che, di fatto, non tutela la salute dei cittadini», scrivono alla premier i sindacati medici ospedalieri Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up. La proclamazione dello sciopero è coincisa con la circolazione della bozza della prossima legge di Bilancio, un atto che «sancisce l’ennesimo dietrofront su impegni assunti dal Ministro Schillaci prontamente smentiti dal MEF», sostengono. «È vero che l’attuale Governo ha stanziato più risorse in assoluto per il Fondo Sanitario Nazionale», riferiscono i sindacati che sottolineano, «ma le stesse sono spalmate nei prossimi 5 anni e, al netto dei rinnovi contrattuali, sono ben al di sotto del tasso inflattivo, quindi non in grado di sostenere un Servizio sanitario già in grande difficoltà. Questi finanziamenti sono appena sufficienti a mantenere lo status quo».

L’insoddisfazione dei pazienti e le aggressioni

«I cittadini sono arrabbiati perché la nostra sanità non assicura pienamente il diritto alle cure», continuano ancora Pierino Di Silverio Segretario,Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Nazionale Federazione Cimo-Fesmed Antonio De Palma, presidente Nazionale Nursing Up. Che poi riportano l’allarmante sequenza di violenze contro i sanitari: «I sanitari lo sono ancor di più (arrabbiati, ndr) perché sottopagati, denunciati e le aggressioni di tutti i giorni testimoniano che esiste una vera emergenza sociale che il Governo è tenuto a prendere in seria considerazione». «Non si può migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini senza rilanciare l’offerta sanitaria; non si possono ridurre gli interminabili tempi d’attesa continuando a mantenere il blocco del tetto di spesa sul personale; non si può tamponare, con finanziamenti spot, l’attuale emergenza sanitaria andando a finanziare quella sanità privata», sostengono ancora dai sindacati.

Bassetti: «Oggi non sciopero»

L’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, non parteciperà all’agitazione: «Oggi – come ogni mattina – si timbra il cartellino. Non ho mai scioperato e non sciopero neanche oggi». Bassetti sui social scrive che non condivide le ragioni della manifestazione e anzi sostiene che «lo sciopero dei medici danneggia in primis i pazienti. Per un medico scioperare è un ossimoro».

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