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La madre di Larimar Annaloro è sicura si tratti di omicidio: «So chi è stato, mia figlia non si è suicidata. La scuola l’ha lasciata sola» – Il video

21 Novembre 2024 - 15:41 Ugo Milano
Larimar Annaloro Madre non si è suicidata scuola
Larimar Annaloro Madre non si è suicidata scuola
Lo sfogo di Johary Annaloro a Mattino 4, sulle circostanze che hanno portato alla morte della 15enne

«È impossibile che una ragazza di quindici anni usi un metodo così violento per suicidarsi. Lo dimostra il modo in cui è stata trovata». Sono queste di Johary, la madre di Larimar Annaloro, la quindicenne trovata impiccata il 5 novembre nel giardino di casa a Piazza Armerina (Enna). La madre è intervenuta questa mattina nella trasmissione Mattino 4, condotta da Federica Panicucci e Francesco Poletti ribadendo di non credere all’ipotesi secondo cui la 15enne si sarebbe suicidata. «Larimar era stata minacciata di morte lo stesso giorno a scuola», ha aggiunto Johary. «Abbiamo parlato con gli inquirenti, facendo nomi e cognomi di chi sospettiamo sia stato. Nella rete del nostro giardino ci sono buchi che permettono a chiunque di entrare, e abbiamo trovato la stanza di mia figlia a soqquadro».

«La scuola è responsabile della morte di Larimar»

La signora Annaloro ha raccontato che l’esterno dell’abitazione di famiglia non era ancora terminato, e per questo era semplice introdursi nel giardino. Così, «sono entrati, se ne sono approfittati quando abbiamo lasciato nostra figlia da sola in casa». La donna ha anche ipotizzato che la figlia possa essere stata uccisa dentro casa prima di essere messa in giardino: «Le scarpe erano bianche e pulite. È stata trovata in ginocchio, legata, con solchi sotto le ginocchia. C’è una rete di complici. E nessuno a me ha detto nulla. Se qualcuno, il preside, il bidello, un docente mi avesse detto che mia figlia era stata minacciata di morte, io non l’avrei lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia.». Sono otto i cellulari dei compagni sequestrati dalle forze dell’ordine nell’ambito delle indagini coordinate dalla procura dei minori di Caltanissetta. La madre ha concluso l’intervista con un appello: «Chi sa, parli».

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