Scarpe pulite, mani libere e piedi legati: tutti i dubbi sul suicidio di Larimar Annaloro a Piazza Armerina
Larimar Annaloro aveva «collo, addome e piedi legati». Mentre «l’osso cervicale non era spezzato, le mani erano libere e le scarpe pulite». Anche se la pineta era distante 200 metri da casa. E poi c’è il messaggio «Ti amerò anche nella prossima vita» che lei avrebbe fatto avere in un biglietto all’ex fidanzato. Ma secondo la famiglia quella non è la scrittura della 15enne. L’indagine sulla ragazza morta martedì 5 novembre in Piazza Armerina in provincia di Enna è ufficialmente ancora aperta per istigazione al suicidio e revenge porn. Ma i risultati dell’autopsia portano dubbi sulla reale dinamica del decesso. E aprono indirettamente ad altre possibilità. A cui la famiglia crede fermamente: «Non si è uccisa», dice il padre Roberto Annaloro. «L’hanno uccisa. Sospetto di qualcuno», sostiene la madre Johary.
45 minuti di buco
Larimar Annaloro è stata trovata morta dopo 45 minuti di buco. Ovvero il tempo tra il ritorno a casa dopo la lite a scuola e il ritrovamento del suo cadavere da parte della famiglia. Le circostanze riportate nell’autopsia non confermano una delle due tesi, ma forniscono elementi di dubbio. Non si capisce perché la ragazza non si sia liberata dalla corda nonostante le mani libere e le ginocchia che toccavano terra. Intanto sono stati sequestrati i telefoni di otto ragazzini. Nessuno di loro è iscritto nel registro degli indagati. Secondo la tesi delle prime ore Larimar avrebbe saputo durante una lite davanti scuola che circolavano sue foto intime di lei con un ragazzo con cui era uscita due sere prima. Ovvero, spiega oggi il Corriere della Sera, l’ex fidanzato della compagna di scuola con la quale Annaloro ha avuto la lite davanti scuola.
La lite
Secondo la ricostruzione degli inquirenti in quello scontro durante la ricreazione la ragazzina avrebbe coinvolto anche l’ex fidanzatino, che avrebbe confermato tutto sostenendo di essere ubriaco. Ma tutto cosa? In ogni caso è da qui che parte l’accusa di «rubare fidanzati». «Le posso assicurare che mia figlia non l’avrebbe neanche pensato un gesto del genere. Larimar era brava a scuola e nello sport, era molto socievole. Insomma, era solare, bella. Era soprattutto di sani principi, sempre piena di vita», dice Roberto Annaloro a Repubblica parlando del suicidio. E sull’aggressione: «Discussioni ce n’erano state anche prima. Ma mia figlia sapeva come affrontarle. Una cosa è certa: la sera prima che morisse Larimar progettava con tutti noi una vacanza».
La madre e i sospetti
La madre Johary fa invece sapere al Corriere della Sera di avere «tantissimi sospetti. Mi sono fatta delle idee e ho in testa dei nomi che però ovviamente non posso dirle». Ricorda che lei e il marito «siamo usciti 40-45 minuti. Impossibile che lei abbia pensato e messo in pratica di uccidersi in quel modo così brutale…». Perché «era tutta legata fino ai piedi, aveva le braccia libere, le corde erano due. Non erano avvolte attorno al collo, lei era come“appoggiata” a una delle corde. Le ginocchia toccavano terra e ci sono ancora le fossette che lo dimostrano. La sedia trovata lì non aveva l’impronta delle sue scarpe che erano bianche e pulite, anche se ci è arrivata fra erba e terra».
Il video e i compagni
Sul video che circolava, Johary dice che «l’hanno offesa e aggredita, questo sappiamo. Quando siamo andati a prenderla a scuola mi ha detto “è successo qualcosa di brutto” e certo qualcosa è successo, quella mattina. I suoi compagni hanno scritto dei bigliettini per ricordarla. Uno dice: perdonaci per tutte le brutte parole che sono uscite dalle nostre bocche. Per me è una confessione del male che le hanno fatto».