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La strana coppia Sala-Salvini per «salvare Milano». Via libera della Camera alla legge, il Pd vota con il governo. M5s: «Aiutano gli speculatori»

21 Novembre 2024 - 14:07 Gianluca Brambilla
salva milano approvazione camera
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La legge, che promette di sbloccare l'edilizia milanese, fa esultare i costruttori: «È la migliore soluzione possibile». Opposizione spaccata

Via libera della Camera alla cosiddetta legge «salva Milano». La norma – approvata con 172 voti a favore e 41 contrari – porta come prima firma il nome di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, e punta a sbloccare le decine di cantieri edilizi del capoluogo lombardo finiti nel mirino della procura. Il voto ha spaccato le opposizioni. Da una parte il Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, che hanno bocciato il provvedimento. Dall’altra Pd, +Europa, Italia Viva e Azione, che si sono schierati insieme ai partiti della maggioranza di governo. Le inchieste giudiziarie che stanno paralizzando l’edilizia milanese sono iniziate nel 2023, quando i magistrati hanno aperto il primo fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di reato di abuso edilizio. Quella che sembrava essere un’inchiesta isolata si è trasformata nel giro di pochi mesi in un vero e proprio terremoto giudiziario e politico, che ha bloccato moltissimi cantieri in tutta la città. La tesi dei pm è la seguente: per anni il Comune ha adottato un’interpretazione troppo morbida della legge, consentendo ai costruttori di realizzare grossi interventi edilizi facendoli passare come semplici ristrutturazioni.

Il voto in commissione e poi alla Camera

Per rompere l’impasse e far ripartire il settore edilizio, il sindaco Giuseppe Sala ha chiesto aiuto al governo. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha preparato una norma ad hoc – ribattezzata appunto «salva-Milano» – che in un primo momento avrebbe dovuto essere inserita nel decreto Salva casa. Alla fine, l’iter legislativo si è rivelato più difficile del previsto e il Comune di Milano si è ritrovato costretto ad aspettare la fine dell’estate. Il 19 novembre, le commissioni Ambiente e Attività Produttive hanno votato il proprio via libera alla norma. Oggi, giovedì 21 novembre, è arrivato anche l’ok della Camera, con l’ultima parola che passa ora al Senato.

Lo strane asse tra Pd e governo (che spacca le opposizioni)

Il via libera – sia in commissione sia in aula – è arrivato grazie ai voti non solo dei partiti della maggioranza, ma anche di Pd, Azione, Italia Viva e +Europa. Sulla norma «Salva Milano» si registrano infatti visioni molto diverse tra le forze di opposizione. Per Angelo Bonelli, portavoce di Alleanza Verdi-Sinistra, la proposta di legge «rappresenta una bruttissima pagina per l’urbanistica nazionale e introduce una sanatoria che interviene anche su procedimenti penali in corso». Per manifestare tutta la sua contrarietà, Bonelli si è anche messo a cantare un celebre brano di Adriano Celentano, Il ragazzo della via Gluck, che «raccontava bene la speculazione edilizia nelle nostre città». Critiche anche dal Movimento 5 stelle, con il deputato Agostino Santillo che parla di «una delle sanatorie più indegne della storia politica del nostro Paese». E a proposito del sostegno del Pd alla legge, aggiunge: «Maggioranza e Pd, a braccetto, hanno deciso di schierarsi dalla parte degli speculatori e del sindaco Sala contro i giudici che fanno il loro lavoro e contro tutti i milanesi, travolti da una cementificazione incontrollata».

Sorridono i costruttori

A tirare un sospiro di sollievo sono soprattutto i costruttori. «Quella venuta fuori è la migliore soluzione ma quanto accaduto in questi mesi deve essere un punto di non ritorno: serve un riordino organico della materia», commenta Federica Brancaccio, presidente dell’Ance. «È stata – aggiunge la numero uno dell’associazione delle imprese edili – una gestazione veramente difficile. Ma alla fine ha prevalso la linea dell’interpretazione autentica, che è sicuramente la migliore».

Cosa prevede la norma «salva-Milano» e come sono nate le inchieste dei pm

La norma presentata dal governo prevede che l’ok preventivo di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non sia sempre obbligatorio in caso di costruzione di nuovi immobili. Non è necessario, secondo le nuove regole, se i nuovi edifici sorgono in ambiti già edificati e urbanizzati o se sostituiscono edifici esistenti. Di fatto, viene legittimata l’interpretazione delle norme adottata negli ultimi anni dal comune di Milano e contestata dalla procura. Gli edifici finiti nel mirino dei magistrati sono stati costruiti previa presentazione di una Scia, un documento autorizzativo che in genere viene richiesto per le ristrutturazioni. Secondo i pm, molti di quei progetti autorizzati dal Comune avrebbero dovuto seguire un iter ben più lungo e stringente, così da garantire oneri di urbanizzazione più alti ma anche servizi e infrastrutture adeguate per far fronte ai bisogni dei nuovi abitanti del quartiere.

Chiude lo sportello di edilizia del Comune di Milano

Le inchieste della magistratura hanno diffuso il panico anche tra i funzionari del Comune di Milano. Nei mesi scorsi, decine di impiegati dell’ufficio urbanistica hanno chiesto di essere spostati in altri dipartimenti. A novembre, Palazzo Marino ha deciso poi di eliminare la possibilità per cittadini e aziende di prendere appuntamento allo Sportello unico dell’edilizia. Secondo il Corriere, si tratta di una misura inedita, che non si era vista in città nemmeno ai tempi di Tangentopoli. L’obiettivo, scrive il quotidiano meneghino, è eliminare ogni comunicazione informale tra pubblico e dipendenti, così da tutelare gli impiegati comunali e permettergli di lavorare più serenamente. O almeno provarci.

Foto di copertina: Innast/Dreamstime

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