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Femminicidio di Francesca Deidda a Cagliari, il marito confessa: «L’ho uccisa». Per sei mesi si è sempre dichiarato innocente

22 Novembre 2024 - 00:30 Alba Romano
Durante l'interrogatorio il 43enne - in carcere da circa quattro mesi - ha descritto il delitto e come poi si è liberato del cadavere

L’ex marito di Francesca Deidda, la 42enne sparita a San Sperate (Cagliari) il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nella campagne tra Sinnai e San Vito, ha confessato il femminicidio. Dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente, Igor Sollai – attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere – ha ammesso le proprie responsabilità. L’uomo, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba è stato sentito dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne, scrive l’Ansa, ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso l’ex moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente.

L’indagine

Deidda, aveva stabilito l’autopsia, era stata uccisa nel sonno, nel divano della sua abitazione, con un colpo secco sul lato destro della fronte, inferto con un oggetto contundente. Già prima della confessione di oggi, il pubblico ministero si era convinto della colpevolezza di Sollai sulla base di una serie di elementi concordanti raccolti durante le fasi delle indagini. Ovvero i tracciati dei navigatori satellitari delle vetture usate dall’autotrasportatore, che spesso hanno fatto tappa nella zona in cui sono trovati i resti della 42enne, così come i riscontri dai controlli di telefoni e computer, l’acquisto attribuibile a lui di alcune piante ritrovate vicino al cadavere, le dichiarazioni poco convincenti rese nel corso degli interrogatori di garanzia e il movente. Secondo la procura, infatti, Sollai aveva un’altra donna e avrebbe potuto intascare l’assicurazione sulla vita, da circa 100.000 euro, firmata assieme all’ex moglie. Il 18 novembre scorso la Corte di Cassazione ha deciso per il mantenimento in carcere dell’indagato, ora reo confesso.

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