«Ho seppellito il mio neonato in giardino, la buca l’ho scavata io ma era già morto»
Il parto «è avvenuto di notte, in camera mia. I miei non c’erano, non ricordo dove fossero andati». Il tutto «è durato poco. Quando è nato, ho provato a scuoterlo per vedere se respirava, ma era morto e allora mi è passato per la testa di metterlo nel giardino». È la mattina del 10 settembre 2024. Chiara Petrolini si trova a Parma ed è già accusata di omicidio volontario. Perché il 7 agosto avrebbe ucciso suo figlio subito dopo il parto seppellendolo nella villetta di famiglia a Traversetolo. La pm che la interroga è Francesca Arienti. E lei, assistita dall’avvocato Nicola Tria, dice di voler fare delle dichiarazioni preliminari. In cui ammette che anche il secondo cadavere è di suo figlio. Mentre si attendono gli esiti degli esami per sapere se sia nato vivo o morto.
L’interrogatorio
Il parto risale a maggio e Chiara spiega quello che servirà poi al giudice delle indagini preliminari Luca Agostini per decidere l’arresto della 22enne. Sostiene che il bambino fosse nato morto «quindi l’ho sepolto nel mio giardino, come questa volta». Lo ha prima «avvolto in una salvietta», mentre la buca «l’ho fatta io con le mie mani»: un lavoro «di dieci minuti, non di più». Petrolini spiega di non aver detto nulla alla sua famiglia perché era un periodo particolare e la nonna si era ammalata. «Io l’accompagnavo sempre a fare le cure e dire una cosa così mi sembrava un peso in più». Quando è arrivato il giorno del parto «io non volevo fare tutto da sola, solo che quando è nato io non ho chiamato nessuno perché avevo paura». E quindi si è tenuta tutto dentro: «Quando è successo la seconda volta speravo che non riaccadesse, solo che non riuscivo a dirlo e quindi è successo tutto».
Samuel
Chiara conferma che il padre dei due bambini è l’ex fidanzato Samuel. Con cui si era già lasciata quando il bimbo è nato. Infine, il racconto del parto: «È avvenuto di notte, in camera mia. I miei non c’erano, non ricordo dove fossero andati. Quel giorno non ero andata dal bambino perché avevo mal di schiena e non mi alzavo dal letto» (Chiara lavorava come babysitter, ndr). Il tutto «è durato poco. Quando è nato, ho provato a scuoterlo per vedere se respirava, ma era morto e allora mi è passato per la testa di metterlo nel giardino». In casa «non c’era nessuno», saranno state «le nove, non notte fonda».