In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ESTERIArrestiBenjamin NetanyahuCpiDonald TrumpGazaIsraeleMedio OrienteOlandaPalestinaUnione europeaUSA

Cosa succede dopo il mandato di arresto per Netanyahu e perché gli Usa possono fermare la Cpi

corte penale internazionale netanyahu arresto donald trump
corte penale internazionale netanyahu arresto donald trump
Se la situazione dovesse precipitare Bibi potrebbe chiedere aiuto a Washington. Perché un decreto autorizza il presidente americano a intervenire sulle sentenze. Per liberare militari o alleati

La Corte Penale Internazionale non ha una polizia e non può eseguire mandati di arresto. Quindi anche se Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, insieme a Mohamed Deif di Hamas, sono accusati di crimini contro l’umanità non è detto che vengano mai arrestati. A meno che non vadano in uno dei 124 paesi che ne riconoscono l’autorità (tra cui l’Italia). In quel caso, come ha confermato il ministro della Difesa Guido Crosetto, Roma dovrebbe applicare quella che ritiene una sentenza sbagliata. Ma mentre Donald Trump va verso l’insediamento alla Casa Bianca, se la situazione dovesse precipitare Bibi potrebbe chiedere aiuto agli Usa. Perché un decreto autorizza il presidente americano a «ordinare tutte le misure necessarie ed appropriate» per liberare militari statunitensi o alleati detenuti su mandato della Cpi.

Cosa succede adesso

La Corte Penale Internazionale è stata creata nel 2002 e la sua sede è la città olandese de L’Aia. La Cpi può intentare cause contro individui per crimini di guerra e deve garantire alle vittime l’accesso alla giustizia. Non dispone però di forze di polizia per far rispettare i suoi mandati. E quindi dipende dagli Stati membri per l’esecuzione degli ordini. Israele non ha mai firmato lo Statuto di Roma del 1998 che ha istituito il tribunale. Quindi non ne riconosce la giurisdizione e ritiene nulli i suoi atti. Negli Stati Uniti il presidente Joe Biden ha criticato la sentenza mentre il nuovo leader dei repubblicani al Senato John Thune ha proposto una legge che sanzioni la Cpi. La Camera dei rappresentanti ha già votato misure contro i funzionari dell’Aia. Mentre l’Unione Europea con Josep Borrell ha ribadito che tutte le nazioni dell’Europa a 27 sono obbligate a rispettare la sentenza.

Chi si ribella

Ungheria e Slovacchia hanno fatto sapere che non rispetteranno l’ordine, così come l’Argentina del presidente Javier Milei. Il Paraguay ha fatto sapere che ritiene compromessa la legittimità della Corte. Il Regno Unito ha fatto sapere che rispetta l’indipendenza della Cpi. I giudici accusano Netanyahu e Gallant di aver affamato la popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza come metodo di guerra. E poi di omicidio, persecuzioni e altri atti disumani considerati crimini contro l’umanità. La Camera preliminare ha inoltre riscontrato fondati motivi per ritenerli entrambi responsabili di aver preso intenzionalmente di mira i civili a Gaza. Tutte accuse che l’esercito israeliano ha smentito.

Il possibile intervento Usa

Il Corriere della Sera però spiega che contro “l’invasione dell’Aia” gli Stati Uniti possono intervenire. Il decreto parla di militari statunitensi detenuti o arrestati su mandato della Corte, ma può essere applicato in tutti i paesi che aderiscono ed estende la sua protezione agli alleati. Quindi anche a Netanyahu. Per questo Bibi si sta rivolgendo agli Usa per nullificare i mandati.

Articoli di ESTERI più letti
leggi anche