Elena Cattaneo e la mototerapia: «Così il parlamento dice sì alla pseudoscienza»
La senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo fa sapere che lo scorso 20 novembre il Senato ha dato l’ok alla legge sulla mototerapia. Ovvero un provvedimento che «spaccia un’attività ludica, come può esserlo il gioco degli scacchi o la palla, per una terapia complementare da promuovere nei reparti pediatrici del Paese», dice in un intervento su La Stampa. La Freestyle Motocross Therapy si pone come obiettivo il miglioramento del benessere psico-fisico dei pazienti nata da un’idea del campione Vanni Oddera. La nuova legge la riconosce e la promuove la mototerapia «quale terapia complementare per rendere più positiva l’esperienza dell’ospedalizzazione». Per contribuire «al percorso riabilitativo dei pazienti e per accrescere l’autonomia, il benessere psico-fisico e l’inclusione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità».
La mototerapia
Cattaneo dice che l’approvazione è arrivata «sulla base di un singolo articolo dal valore scientifico nullo, pubblicato sulla rivista European journal of integrative medicine. La ricerca in sé è inconsistente: si limita alla somministrazione di un questionario – privo di misure oggettive quantitative – a 50 bambini di circa dieci anni con una malattia oncologica a cui è stato chiesto se, dopo una sessione in moto di due ore una volta al mese per sei mesi, avessero o meno dolore e quali fossero le loro emozioni».
Ma c’è di più. Perché la rivista che ospita l’articolo «ha un fattore di impatto che, per il settore scientifico-medico, è bassissimo (1,3 contro il 91 del New England Journal of Medicine, che pure pubblica articoli in ambito clinico oncologico)». E ancora: «In cinque anni dalla pubblicazione, l’articolo non ha ricevuto alcuna citazione, cioè nessuno studioso (e sono centinaia di migliaia nel settore) lo ha ritenuto “utile” ai fini di sviluppi medico-scientifici».
L’articolo scientifico
E questo perché non rispetta alcuni criteri di validazione scientifica basilari: «Manca il gruppo di controllo, cioè non è stato verificato come si comporta un analogo gruppo di pazienti esposto ad altro intervento o attività, ad esempio l’ascolto di musica; non c’è stato follow up a distanza di tempo dal “trattamento”». Ma secondo la scienziata «l’idea che una autorità politica, un’istituzione, possa fare – per qualsiasi ragione – dell’aritmetica elementare una realtà alternativa non è nuova e, anzi, è scolpita nella coscienza collettiva dalle pagine del libro distopico 1984 di George Orwell». E conclude: «Difendere la libertà, affermando l’evidenza e l’univocità di un risultato scientifico, è, oggi, un’urgenza che coinvolge tutti, anche a livello internazionale, a partire da quanti hanno – per merito o per sorte – l’altissima responsabilità di esercitare funzioni pubbliche».