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Libano, colpita ancora una base Unifil: feriti quattro italiani. Tajani: «Lanciati due razzi da Hezbollah, è inaccettabile»

22 Novembre 2024 - 14:27 Massimo Ferraro
base unifil libano colpita feriti italiani
base unifil libano colpita feriti italiani
Secondo fonti del governo non sono in pericolo di vita: solidarietà dalla premier Meloni. Il ministro Crosetto: «Israele smetta di usare le basi come scudo»

Per la seconda volta in pochi giorni, la base Unp 2-3 della missione Onu a Shama, nel sud del Libano, è stata colpita nello scambio di artiglieria tra le Forze di difesa d’Israele ed Hezbollah. Nell’esplosione sono rimasti feriti quattro caschi blu italiani. Secondo quanto hanno fatto trapelare all’Ansa fonti di governo, non sarebbero in condizioni gravi o in pericolo di vita: «Si tratta solo di escoriazioni, un luogotenente pare abbia finire leggere», ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’Unifil ha confermato che i razzi sono stati lanciati da Hezbollah e ricorda come sia il terzo attacco di Shama in una settimana.

Cosa è successo

Unifil ha diffuso un comunicato in cui ricostruisce quanto accaduto. Due razzi di 122mm hanno colpito il quartier generale del settore Ovest di Unifil a Shama, ferendo i peacekeeper italiani della Brigata Sassari. Secondo la missione Onu di interposizione sono stati lanciati da Hezbollah o da gruppi affiliati. A essere colpito un bunker e un’area logistica utilizzata dalle forze militari internazionali, in una struttura sono divampate le fiamme ma sono state subito spente senza ulteriori conseguenze. «Questo è il terzo attacco alla base UNIFIL di Shama in una settimana», si legge nel documento, «l’Unifil esorta vivamente le parti in lotta a evitare di combattere vicino alle sue postazioni. L’inviolabilità dei locali e del personale delle Nazioni Unite deve essere sempre rispettata. Qualsiasi attacco contro le forze di pace costituisce una grave violazione del diritto internazionale e della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Gli attacchi deliberati o accidentali contro le forze di pace in servizio nel Libano meridionale devono cessare immediatamente per garantire la loro sicurezza e sostenere il diritto internazionale». Al momento dell’impatto, alcuni militari di servizio sono stati investiti da pietre e schegge partite da vetri frantumati, rimanendo feriti. I resti dei razzi trovati hanno subito sollevato il dubbio che provenissero dalla milizia sciita Hezbollah: si trattava infatti di armi da 122 millimetri, che l’esercito israeliano non ha nel suo arsenale. Ipotesi confermata anche dal ministro Tajani: «Dovrebbero essere due missili lanciati da Hezbollah», ha detto da Torino.

Tajani duro: «Se non sanno usare le armi, facciano altro»

«Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo. Diciamo con fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare», ha commentato così l’accaduto Tajani. Le parole si sono poi fatte progressivamente più dure: «Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato. Hezbollah non può pensare di giocare con le armi, se non le sanno usare decidano di fare altro. Lo dico con grande determinazione e fermezza: i militare italiani non si toccano, sono forze di pace e non di guerra e proprio per questo motivo nessuno deve toccarle». Anche perché, ha detto rivolgendosi ai caschi blu italiani, sono «la parte migliore del nostro Paese».

Meloni: «Profonda indignazione e preoccupazione»

«Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di Unifil, nel sud del Libano», ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano», ha aggiunto ribadendo la necessità di garantire la sicurezza delle forze di interposizione Onu. Atto «intollerabile» anche per il ministro della Difesa Guido Crosetto, che avrebbe già contattato il comandante del contingente italiano e il governo di Beirut. Il ministro ha poi promesso di parlare con il suo omologo israeliano «per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo». Senza però dimenticare, ha continuato Crosetto, che «è ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile».

Il precedente solo tre giorni fa

L’ultimo incidente simile era avvenuto appena tre giorni fa, il 19 novembre, al quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama. In quella occasione 8 razzi avevano colpito la base, probabilmente proiettili lanciati da Hezbollah, in una giornata in cui si sono contati in tutto tre episodi analoghi contro altrettante basi Unifil.

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