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«Lo Stagista», l’architettura secondo Daniele Fiori: «Siamo artisti che conoscono le regole. I progetti? Li disegno ancora a mano» – Il podcast

22 Novembre 2024 - 11:20 Ugo Milano
Nella quinta puntata del podcast di Filippo Grondona, l’architetto milanese svela la più bizzarra richiesta che gli sia mai stata fatta e come la pandemia ha cambiato i desideri dei clienti

Un mondo a metà strada tra l’arte e le regolamentazioni, tra dilettevole e utile. Questo è il compito dell’architetto secondo Daniele Fiori, milanese classe 1955: «L’architetto è anche un po’ artista, ma prima deve conoscere le regole. Deve conoscere come si comporta un ingegnere, ma anche quadri e tappezzerie, perché questo richiederanno i clienti», ha detto nella quinta puntata del podcast audio e video Lo Stagista di Filippo Grondona, prodotto da Faro Entertainment e SBAM Noisy Ideas in media partnership con Open. Ma proprio le domande dei clienti, sottolinea Fiori, sono cambiate radicalmente con la pandemia: lo stare in casa ha fatto riemergere «alcune esigenze in qualche modo un po’ dimenticate». In particolar modo, la necessità di aria e di uno spazio aperto: «Spesso i clienti mi dicono: “Quando cercherò una casa, indubbiamente vorrò un terrazzo o un giardino”». La puntata sarà disponibile su tutte le principali piattaforme audio e in video su Spotify e sul profilo YouTube di Filippo Grondona a partire da venerdì 22 novembre 2024.

Professionista da quasi 40 anni, titolare di uno studio che porta il suo nome e che ha firmato grandi edifici in tutta Italia, Daniele Fiori è sempre rimasto ancorato ai suoi inizi da architetto. Soprattutto ai progetti tracciati a mano: «Io non so neanche come si accende un computer, e mi rifiuto per non entrare in quel meccanismo», ha raccontato. «Una volta ci mettevo anche qualche giorno a finire un disegno, ora in qualche giorno ti chiedono di fare un edificio. Ma io continuo imperterrito». Dai «disegnini» – così lo prende in giro «la sua signora» – nascono uffici ed edifici residenziali, più complicati perché hanno più esigenze da rispettare. Con quei progetti si soddisfanno le più bizzarre richieste, come un bagno con due water paralleli. Per imparare a farlo la migliore palestra rimane l’università, benché i grandi maestri del passato non ci siano più: «Lì si impara a ragionare, a pensare, ad assorbire». Con la consapevolezza che l’architetto urbano sarà sempre una figura fondamentale: non ci sarà mai una “fuga dalle città”, perché significherebbe «cambiare tutta la natura dell’uomo».

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