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Il governo Meloni si spacca sul ritorno del nucleare in Italia? Rampelli (FdI): «Noi da sempre contrari, Meloni vuole solo la fusione»

22 Novembre 2024 - 12:43 Gianluca Brambilla
rampelli nucleare fdi governo meloni
rampelli nucleare fdi governo meloni
Lega e Forza Italia sono convintamente a favore dell'energia atomica. Ma nel partito della premier non tutti sembrano essere d'accordo con la linea dell'esecutivo

Il governo Meloni è davvero unito come si pensa sul ritorno del nucleare in Italia? A sentire le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, verrebbe da rispondere di no. Una delle posizioni più nette contro il ritorno dell’energia atomica arriva da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia. «Il nucleare in Italia non si farà mai più», assicura. Le sue parole non arrivano in un momento qualsiasi, ma durante gli Stati generali dell’ambiente e dell’energia, un evento organizzato dal partito di Giorgia Meloni a Sabaudia, in provincia di Latina, per discutere delle sfide della transizione energetica. Parlando con Staffetta Quotidiana, Rampelli articola meglio la sua posizione: «Non credo che il nucleare da fissione, quindi i reattori tradizionali, possano mai più essere installati in Italia, in qualunque forma, anche medi e piccoli».

Rampelli e la «storica posizione» della destra contro il nucleare

D’altronde, continua il ragionamento del vicepresidente della Camera, «abbiamo difficoltà anche a collocare sul territorio i depositi di rifiuti sanitari, figurarsi quando qualcuno dovesse decidersi a mettere sul territorio i reattori nucleari». Rampelli ricorda poi che i partiti di destra si erano espressi fermamente contro il nucleare nello storico referendum del 1987 che ha portato alla chiusura delle centrali italiane. E sembra suggerire che oggi la posizione di Fratelli d’Italia resta la stessa del Msi di allora: «Io sono contrario, è la nostra posizione storica. È contraria Fare Verde, così come le nostre associazioni ambientaliste». Insomma, conclude Rampelli, «la ricerca vada avanti, faccia quello che desidera», ma «sarà difficile collocare questi mini reattori sul territorio, perché non sono assolutamente graditi».

La proposta di legge annunciata da Pichetto

Le parole di Rampelli colpiscono per due motivi. Innanzitutto, perché fanno emergere che dentro la maggioranza di governo non tutti sono d’accordo sull’inserimento del nucleare nel mix energetico italiano. In secondo luogo, perché arrivano proprio mentre l’esecutivo si appresta a presentare una proposta di legge in merito. Il ministro Gilberto Pichetto, in quota Forza Italia, punta sui reattori di quarta generazione e ha promesso che depositerà un disegno di legge tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025 per regolamentare il ritorno del nucleare in Italia. «Entro fine decennio arriverà la fissione a tecnologia avanzata, un’innovazione che l’Italia non può permettersi di lasciare agli altri», ha detto Pichetto nei giorni scorsi. E rispondendo alla domanda di un giornalista, ha aggiunto: «Dobbiamo ricreare un quadro giuridico, creare il consenso sociale. Serve un disegno di legge che crei un quadro giuridico nuovo per tornare al nucleare».

Il pressing della Lega per il nucleare

Forza Italia non è l’unico partito della maggioranza che spinge per il ritorno dell’energia atomica. Anche la Lega si è espressa pubblicamente per l’inserimento del nucleare nel mix energetico nazionale. «Da milanese, la prima centrale nucleare la vorrei a Milano», diceva Matteo Salvini nel 2023. Negli ultimi anni, il Carroccio ha cercato di presentarsi come uno dei partiti italiani più favorevoli al nucleare. Con Attilio Fontana, presidente leghista della Regione Lombardia, che si è detto disponibile a «individuare dei siti in questo territorio» che possano ospitare i nuovi reattori che il governo vuole costruire in Italia.

Giorgia Meloni tira dritto sulla fusione (che ancora non esiste)

Mentre le diverse anime della maggioranza faticano a mettersi d’accordo sul nucleare, qual è la posizione di Giorgia Meloni? Nel suo recente intervento alla Cop29 di Baku, in Azerbaigian, la premier ha parlato di energia atomica, ma si è mossa sulla stessa linea suggerita da Rampelli. «L’Italia è impegnata in prima linea sul nucleare da fusione. Intendiamo rilanciare questa tecnologia che potrebbe cambiare la storia in quanto può trasformare l’energia da arma geopolitica a risorsa ampiamente accessibile», ha detto Meloni durante la conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici. Insomma, sì alla fusione nucleare, ma nessun riferimento al nucleare da fissione, ossia l’unica tecnologia già disponibile sul mercato e che diversi suoi ministri hanno promesso di voler portare in Italia. A differenza degli alleati di governo, Fratelli d’Italia sembra voler puntare dritto sulla fusione nucleare, una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria ma ancora molto lontana dal diventare realtà. Secondo la comunità scientifica, è difficile che si riesca davvero a produrre energia tramite fusione prima del 2050. E fino ad allora, non è chiaro come si muoverà il governo sulle forme di nucleare già disponibili.

In copertina: Fabio Rampelli, deputato di FdI e vicepresidente della Camera, durante il congresso di Fratelli d’Italia a Roma, 23 marzo 2024 (ANSA/Riccardo Antimiani)

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