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Padova, muore dopo il trapianto perché il fegato era troppo grosso: risarcita la famiglia

22 Novembre 2024 - 20:22 Alba Romano
Per i giudici della Corte d'Appello di Venezia la morte nel 2015 di Gaetano Soria «è conseguenza diretta di errori nell’esecuzione dell’intervento»

Gli era stato impiantato un fegato «troppo grosso» e per questo motivo l’uomo era morto. Dopo nove anni i famigliari del 54enne, originario di Napoli, Gaetano Soria, hanno ottenuto il risarcimento. Per due volte il fascicolo d’indagine era stato archiviato dal tribunale di Padova. Ma la Corte d’appello civile di Venezia ha condannato l’Azienda ospedaliera di Padova a pagare 847.210 euro di cui 273.430 a favore della moglie e 286.890 euro a testa alle due eredi. Per i giudici, infatti, la morte del paziente è «conseguenza diretta di errori nell’esecuzione dell’intervento». 

La storia

Il 27 giugno di nove anni fa Soria, che ha un tumore al fegato, viene sottoposto a un primo intervento chirurgico per il trapianto nell’ospedale di Padova. Al termine dell’operazione – raccontano i famigliari a Repubblica, assistiti dall’avvocato Antonio Muni – le condizioni del 54enne «peggioravano sensibilmente tant’è che i sanitari, preso atto dello stato di incoscienza, procedevano ad intubarlo e attaccarlo al ventilatore». Nel referto dell’anatomopatologo – riporta il Corriere – risulta che il fegato espiantato aveva un peso di 1090 grammi, mentre quello trapiantato di 2,8 chili. Ovvero: «Un peso superiore a quello ritenuto tollerabile dalle linee guida», scrivono i giudici. L’eccessiva dimensione dell’organo, sostiene la Corte, «ha ridotto la capacità respiratoria del paziente». E non risolse nulla anche il secondo intervento: il paziente morì, infatti, dodici giorni dopo. Le cause: «fenomeni trombotici», che – per i magistrati – costituiscono la conseguenza diretta di errori medici. Ora toccherà ai vertici dell’ospedale di Padova decidere se ricorrere in Cassazione.

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