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Quinto live X Factor: male gli inediti, Lowrah eliminata. Finalmente un po’ di verve tra i giudici. Le pagelle

22 Novembre 2024 - 03:51 Gabriele Fazio
X Factor, eliminata Lowrah al quinto live
X Factor, eliminata Lowrah al quinto live
Le canzoni con le quali i ragazzi si presentano sul mercato sono quasi tutte oggettivamente scadenti, perfino, se non soprattutto, quella più attesa, scritta dall'autrice più attesa (Madame) per la concorrente più talentuosa (Mimì).

Il quinto live di X Factor è quello degli inediti, precipitatevi ad ascoltarli prima di dimenticarvi i connotati di chi li interpreta. Il rischio è oggettivamente alto per la maggior parte dei concorrenti rimasti in gara. «Vi invito ad un voto consapevole» dice Giorgia in apertura, con quell’aria che sembra voler dire: «Non fate come al solito vostro!». Le canzoni con le quali i ragazzi si presentano sul mercato sono quasi tutte oggettivamente scadenti, perfino, se non soprattutto, quella più attesa, scritta dall’autrice più attesa (Madame) per la concorrente più talentuosa (Mimì). In fin dei conti gli unici che hanno rispettato la propria matrice sono Francamente e Lorenzo Salvetti, per quanto la matrice di Lorenzo Salvetti ci faccia rimpiangere il mondo fuori dalla finestra. Ospiti della serata i sempre familiari Coma_Cose (voto 8) che con un accattivante medley ci ricordano che razza di repertorio stanno mettendo in piedi. Quella di ieri sera è stata certamente la serata più vivace per quanto riguarda il tavolo dei giudici, «…e finalmente!» ci verrebbe da esclamare, dopo settimane di commenti livello Candy Candy, all’insegna di un «volemose bene» del tutto irritante. Jake La Furia (voto 10) fa letteralmente nero Achille Lauro (8), senza alcuna pietà, nemmeno quando il Rolls Royce man sventola miseramente bandiera bianca supplicando di tornare all’ambient da sit-com. Bravi entrambi, uno perché si prende la responsabilità di buttare fuori Lowrah senza passare dal televoto, e poi è quello che attacca; e uno perché incassa che nemmeno Rocky contro Apollo. Bene anche Manuel Agnelli (voto 7), anche lui a sparare senza indugi contro Achille Lauro, con il suo cervellotico e fascinoso atteggiamento passivo-aggressivo. Male giusto Paola Iezzi (4,5), primo giudice a rimanere senza concorrenti in gara, che quando i toni si animano praticamente scompare, di lei ci ricorderemo solo il tentato omicidio di un paio di brani di Madonna in apertura. Al ballottaggio finale ci vanno Lowrah e i Pancake, va a casa la prima, di giustezza, dopo il 376458398473984esimo ballottaggio consecutivo. Settimana prossima la semifinale, ovvero una settimana in meno verso Masterchef, la luce in fondo al tunnel. Ospite Gazzelle che, chissà, forse farà scopa con Lorenzo Salvetti e ne verrà fuori, di rimbalzo, un festone. Vedremo. A voi tutte le nostre pagelle della serata.

Les Votives – Monster / You Know I’m No Good – Voto: 6

Inedito liscio, quadrato, una sorta di Placebo in versione Lego. Funziona perché loro sono molto giovini e cool, cosa che merita il nostro odio, è chiaro, ma anche un plauso, perché i ragazzini della loro età oggi fanno tutt’altro, i Placebo non li conoscono nemmeno come effetto. Quindi bravi. Questa cosa in Italia funziona come una pizza con l’ananas, ma resta un buon prodottino. Buona ma dimenticabile la seconda esibizione, una cover pomposa ma vaporosa, poco incisiva.

Lowrah – Malasuerte / Hollaback Girl – Voto: 4,5

Il buon reggaeton ti porta a Puerto Rico, questa Malasuerte non oltre Ladispoli. Non c’è niente di sano in ciò che propone questa ragazza, è tutto costruito, plastificato, insincero, scimmiottando una cultura musicale che non ci appartiene e che a tratti, onestamente, ci risulta quasi ridicola. Ma, attenzione, non è che non ci piace lei, non ci piace lo sport che sta giocando, quello in cui, guarda caso, la sua giudice è cintura nera. Perde la prima manche e va a casa al ballottaggio finale contro i PunkCake senza passare dal via. Vorremmo dire che ci mancherà, ma sarebbe una menzogna talmente grossa che potrebbe spiaccicarci qui sul divano. Adieu.

PunkCake – Gloom / Maps – Voto: 5,5

Il brano è sicuramente assai acerbo, vagamente debolino, ma loro lo suonano con tale convinzione che l’esibizione in sé risulta anche gradevole. Ma questa roba in Italia, anche qualora fosse degna di un esordio discografico serio (cosa che ancora non è), non ha un mercato. Crediamo che per loro, beata gioventù, non sia al momento questo gran problema. Al momento. Ma potrebbe diventarlo, per esempio se si lasceranno ancora convincere a far cantare Sonia, come è successo in seconda manche, sicuramente l’esibizione peggiore della band nel loro percorso a X Factor.

Francamente – Fucina / Believe – Voto: 7,5

L’inedito ci suona un pò troppo pretenzioso, un pò troppo «Guarda che gran cantautrice che sono», ma perlomeno ci ritroviamo davanti ad un’artista con qualcosa da dire. Poi, per capire esattamente cosa voglia dire, magari dovremo concederci qualche ascolto in più, perché francamente, a proposito, non è che la storia ci abbia investiti emotivamente come un treno in corsa. Detto ciò: è qualcosa. Con Believe rientra in clima talent, quindi brava ma lontana km da quello che vuole fare.

Patagarri – Caravan / Tu vuò fa l’americano/Bella ciao – Voto: 8

«Sono sicuro che quando usciranno da qui ci sarà un sacco di gente che li aspetta», dice Lauro presentandoli, probabilmente tutte povere coppie rimaste senza la band per il matrimonio. Caravan è un brano scritto proprio male male, ma loro sono talmente funzionali in quello che fanno che alla fine te la balli e non ci pensi. Anche in seconda manche scatenano la festa, suonano letteralmente la sveglia in uno show a tratti soporifero, ingoiato dalla propria stessa inevitabile sacralità, cambiando in maniera goffa ma sacrosanta il testo di Tu vuò fa l’americano in versione anti-americana. Sull’opportunità di far cantare Bella ciao in tv, in versione avanspettacolo, nasce al tavolo una totalmente inedita (perlomeno per X Factor, è chiaro) discussione politica innescata, bontà sua, da Manuel Agnelli. Dura pochi minuti, è appena appena accennata e in linea di massima finisce a baci e abbracci, come italica tradizione vuole. Ma c’è stata. E noi un giorno potremo dire con orgoglio «Eh, sai, ai tempi mi pagavano per fare ste pagelle quindi…be…si, ero a casa e l’ho vista. Si, giovedì sera. Si, X Factor. Si, a casa. No, il Covid era finito». Jake La Furia cala l’asso che chiude la discussione in merito: «In un momento in cui nessuno dice mai un cazzo…». Tornando alle cose serie, la musica: i Patagarri sono molto bravi ma occhio all’effetto Soul System. Non vi ricordate chi sono? Ecco, appunto.

Lorenzo Salvetti – Mille concerti / Tango – Voto: 6,5

«Quando parliamo di Lorenzo Salvetti tutti sanno cosa fa» dice Lauro, si infatti in linea di massima si cambia canale o si chiama lo psicologo. Mille concerti ha una tale palese attitude da indie 2014 che ci ritroviamo teletrasportati improvvisamente in un baretto del Pigneto. Si tratta di una canzone d’amore, chissà come l’ha presa la fortunata alla quale è dedicata, certo se sei Lorenzo Salvetti e parli già dal titolo di Mille concerti, mille, non un numeretto qualsiasi, la cosa potrebbe risultare vagamente respingente. Mille concerti di Lorenzo Salvetti, di fila, in medicina, tecnicamente, lo chiamano: coma. Scherzi a parte, il pezzo è un pezzo, vero, funziona, di certo il più vendibile tra gli inediti proposti. Noi non crediamo moltissimo ai brani azzeccati dagli artisti troppo giovani, perché la loro vitalità si basa su qualcosa che la vita, il passare del tempo, il desiderio di lavorare in un ambiente alquanto complesso, gli toglierà inevitabilmente, agirà da filtro tra chi ha talento e chi dovrebbe tornare in cameretta. Ma questo ce lo saprà dire il destino. Male invece in seconda chance con Tango di Tananai, brano che brilla per le imperfezioni, per quell’interpretazione supplichevole, gigantesca, perfetta, irripetibile. Appunto. Il pezzo in versione ripulita da Salvetti diventa una nenia mortale. Insomma, puro stile Salvetti.

Mimì – Dove si va / Lilac Wine – Voto: 5,5

Ma cosa c’entra Madame con Mimì? Una rapper liricista con una ragazza che ha una voce toccata dal divino che ha bisogno di stiracchiarsi in versi lunghi e decisi. Il brano infatti è semplicemente imbarazzante, uno spreco assoluto. Lo dimostra in seconda chance quando sfida a singolar tenzone Nina Simone, non proprio una qualsiasi, e tiene botta benissimo. Questa ragazza ha un dono che non dovrebbe essere mortificato dai meccanismi drammaturgici di una cosa bassa e banale come la tv.

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