Caso Stormy Daniels, la sentenza contro Trump «rinviata a tempo indefinito»
Il giudice Juan Merchan ha rinviato a «data da destinarsi» l’annuncio della sentenza per comminare la pena a Donald Trump nel caso dei pagamenti in nero alla porno star Stormy Daniels. Si tratta dell’ennesimo rinvio, dopo quello del 12 novembre per «circostanze senza precedenti», vale a dire l’elezione a 47esimo presidente proprio del tycoon. Due giorni fa i legali di Trump avevano chiesto al giudice l’archiviazione del caso in virtù del “Presidential Transition Act” del 1963 e avevano fino al 20 dicembre per presentare gli argomenti a favore dell’archiviazione. Il giudice ha invece imposto loro di presentare i documenti entro il 2 dicembre e alla procura di rispondere entro il 9. Dopo la vittoria di Trump, il suo ufficio legale ha più volte ripetuto che ci sono «forti ragioni per chiedere la sospensione e l’archiviazione del caso nell’interesse della giustizia». Una questione spinosa su cui si stanno incagliando anche tutti gli altri procedimenti in corso in cui l’imprenditore compare come imputato.
La condanna per frode per il caso Stormy Daniels
Trump fu condannato lo scorso 30 maggio per tutti e 34 i reati di cui è stato accusato nell’ambito dell’inchiesta per frode elettorale. Avrebbe infatti architettato una rete di falsificazioni di documenti aziendali con lo scopo di influenzare le elezioni del 2016. Secondo i procuratori, il tycoon aveva comprato il silenzio della pornostar Stormy Daniels con 130mila dollari – versati dal suo allora avvocato Michael Cohen – per evitare che la donna rivelasse i dettagli di una relazione extra-coniugale avuta nel 2006 con l’attuale presidente eletto. Cohen sborsò quel maxi-pagamento di tasca sua, che gli venne poi rimborsato fittiziamente – secondo l’accusa – come spese legali, in violazione della legge sui finanziamenti elettorali. Nello Stato di New York, infatti, il tetto massimo per i contributi individuali reputati «relativi a una campagna elettorale» è di 2.700 dollari.
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