Trump si fa la criptovaluta. Cos’è la stablecoin allo studio e perché potrebbe diventare l’alternativa al dollaro
Donald Trump sarebbe pronto a lanciare la sua criptovaluta ancorata al valore del dollaro. Sono queste le indiscrezioni che si leggono su Decrypt, che cita foni anonime, riguardo una stablecoin che il presidente eletto sarebbe in procinto di lanciare sulla piattaforma da lui istituita lo scorso settembre: World Liberty Financial. La moneta digitale viene definita stable perché il suo valore non sarebbe solamente in balia del mercato, ma legato a quello del dollaro statunitense. Costituirebbe un ponte tra la valuta americana e le crypto più libere, come Bitcoin, che negli ultimi mesi ha visto salire vertiginosamente il proprio valore, complice la vittoria di Trump alle elezioni e la progressiva apertura da lui mostrata, cambiando idea su un settore della finanza che fino a pochi mesi prima definiva «una truffa».
Trump e la stablecoin: un concorrente del dollaro in mano a un privato
In pratica, con la sua stablecoin Trump creerebbe un dollaro alternativo, ma in mano a un privato. Come riporta il Sole 24 Ore, il futuro inquilino della Casa Bianca sarebbe il primo presidente di un Paese a creare una valuta parallela nell’epoca moderna. Il criptodollaro sarebbe così uno delle valute che possono essere scambiate sulla piattaforma di Trump, caratterizzata dall’assenza di un’autorità centrale. Caratteristica che permette agli utenti di scambiarsi denaro direttamente, senza passare da alcun intermediario. Un progetto coerente con l’intenzione espressa di trasformare il Paese nella «capitale mondiale delle criptovalute». Ma, sostengono le fonti di Decrypt: «Ci vorrà tempo, è un progetto a lungo termine e Trump sta aspettando il momento opportuno per lanciarlo».
Trump e le criptovalute
Già prima delle elezioni il tycoon si era avvicinato agli investitori delle crypto promettendo persino che una volta insediatosi avrebbe fatto fuori il presidente della Securities and Exchange Commission, l’ente statunitense preposto a vigilare sulle borse, che in passato è stato molto rigido sulle regole applicate alle criptovalute. Inoltre, aveva assicurato che non si sarebbe disfatto degli oltre 200 mila Bitcoin in mano agli Usa, derivanti da sequestri e inchieste. Anzi, poche settimane fa ha promesso che creerà una riserva federale da un milione di Bitcoin, equivalenti a 90 miliardi di dollari al cambio attuale. Gli investitori, in cambio, avevano finanziato la sua campagna elettorale con oltre 4 milioni di dollari in Bitcoin. Poi c’è Elon Musk, che dal fianco di Trump continua a guardare da vicino il valore della sua amata memevaluta Dogecoin, quasi omonima del Doge, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa di cui sarà capo assieme a Vivek Ramaswamy.