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Giulia Cecchettin e Gisele Pelicot: il nuovo murale contro la violenza sulle donne a opera di Laika a Milano

23 Novembre 2024 - 11:31 Stefania Carboni
giulia cecchettin gisele picot violenza sulle donne murale laika
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L'opera si chiama "Smash the patriarchy" ed è comparsa in viale Tunisia. L'artista: «Ho affisso questo poster con dolore e rabbia, ma anche con una profonda voglia di lottare per cambiare le cose»

Giulia Cecchettin, uccisa per mano del suo ex e Gisele Pelicot, sopravvissuta ad anni di violenze in Francia da parte di suo marito insieme a decine di altri uomini. A due giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le due donne compaiono insieme, a Milano, in viale Tunisia angolo via Lecco, in una nuova opera della street artist Laika dal titolo “Smash the patriarchy”. Entrambe le donne sono ritratte con il pugno alzato, a simboleggiare come le loro atroci storie siano simbolo di resistenza e lotta. Sopra le due donne c’è scritto “Smash the patriarchy – Distruggi il patriarcato”.

Il messaggio di Laika per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

«Ho affisso questo poster con dolore e rabbia, ma anche con una profonda voglia di lottare per cambiare le cose», ha dichiarato Laika. «Siamo nel 2024 e questa strage, figlia di un patriarcato sistemico profondamente radicato, sembra non avere fine. Nonostante decenni di lotte, questo sistema si rafforza, sostenuto anche da un governo che arriva addirittura a negarne l’esistenza». L’artista lancia un appello: «È il momento di agire.
 Un cambiamento radicale è urgente». Tra le prime azioni necessarie, Laika ricorda l’importanza di «introdurre l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, un passo fondamentale per formare una nuova generazione più consapevole, con la speranza di trasformare il futuro, anche mentre combattiamo contro le ingiustizie di un presente drammatico». «Oggi ricordo Giulia e tutte le Giulia che non ci sono più – ha continuato Laika –; ma celebro anche il coraggio di Gisele, che ha deciso di aprire le porte del processo contro il suo ex marito e 51 degli 83 uomini che l’hanno stuprata, per dare coraggio a tutte le donne vittime di violenza come lei a denunciare, perché ‘la vergogna deve cambiare lato’. Il pugno chiuso è simbolo di lotta: oggi chiedo a tutte e soprattutto tutti, di scendere in piazza. Il patriarcato è un onda nera ma noi siamo marea».

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