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Usa, nuovo giro di nomine per Trump: al Tesoro c’è Bessent. L’obiettivo di chiudere la squadra entro il Thanksgiving

23 Novembre 2024 - 09:07 Alba Romano
Dal no vax Kennedy Jr. al negazionista climatico Wright: ecco i nomi individuati per governare gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni

Il 28 novembre è il Giorno del ringraziamento, celebrazione molto sentita negli Stati Uniti. Donald Trump l’avrebbe scelta come data per completare la formazione che lo affiancherà nel governo del Paese per i prossimi quattro anni. L’ultimo nome apparso sui giornali americani è quello di Scott Bessent, scelto come segretario al Tesoro. L’agenda economica del Paese dovrebbe finire in mano al fondatore di Key Square Capital Management, una società di investimento, nonché collaboratore di lunga data di George Soros. Bessent, che ha donato alla campagna elettorale di Trump 3 milioni di dollari, aveva descritto il nuovo presidente americano come «uno molto raffinato sulla politica economica». Di contro, per il 62enne Kamala Harris è «un’analfabeta economica». È probabile che Bessent perseguirà una politica di introduzione di nuovi dazi, che lui ritiene «uno strumento di negoziazione con i nostri partner commerciali».

Gli altri nomi sul tavolo

Bessent, ottenendo l’investitura, è riuscito a superare persino l’ostacolo Elon Musk: il proprietario di X gli preferiva Howard Lutnick, Ceo di Cantor Fitzgerald, sostenendo che Bessent invece non sarebbe stato in grado di apportare una svolta al Tesoro. Il nome di Bessent si aggiunge al lungo elenco apparso in queste settimane sui giornali. Tra questi, spicca Robert F. Kennedy Jr., un no vax come segretario del dipartimento della Salute. Agli Interni è stato preannunciato il miliardario Doug Burgum. Al dipartimento dell’Energia dovrebbe sedersi il negazionista climatico Chris Wright, molto allineato con il mantra di Trump di «trivellare, trivellare, trivellare» per sfruttare gas e petrolio presenti nel suolo statunitense. Gli Affari dei veterani dovrebbero andare al cappellano Doug Collins. Todd Blanche dovrebbe guadagnarsi il posto di viceprocuratore generale degli Stati Uniti, dopo aver difeso Trump nel processo penale per falsificazione di documenti aziendali.

La prima donna e il primo latino

A Susie Wiles spetterà l’incarico di capo dello staff, prima donna nella storia della Casa Bianca. Il vice capo di gabinetto dovrebbe essere un fidato consigliere di Trump, Stephen Miller. Consigliere generale della Casa Bianca, ovvero una sorta di consulente legale per il presidente che fa da raccordo con il dipartimento di Giustizia, sarà Bill McGinley. Alla Giustizia ci andrà Pam Bondi, dopo la rinuncia di Matt Gaetz per le inchieste che lo coinvolgono. Poi, alla Difesa è atteso Pete Hegseth. Kristi Noem sarà segretaria alla Sicurezza interna. John Ratcliffe, direttore della Cia. Marco Rubio potrebbe essere il primo latino il ruolo di segretario di Stato, ovvero il capo della diplomazia Usa. L’ex deputata democratica delle Hawaii Tulsi Gabbard potrebbe guardagnarsi il posto di direttrice dell’intelligence nazionale. Mike Waltz dovrebbe diventare il consigliere per la Sicurezza nazionale.

Gli ultimi nomi annunciati

È stato scelto Tom Homan al controllo dei confini degli Stati Uniti. Lee Zeldin dirigerà l’agenzia per la Protezione dell’ambiente. Poi ci sono Musk e Vivek Ramaswamy al dipartimento per l’Efficienza del governo, Howard Lutnick al ministero del Commercio, Linda McMahon all’Istruzione, Lori Chavez-DeRemer al Lavoro, Russell Vought all’Ufficio del bilancio, Alex Wong e Sebastian Gorka all’antiterrorismo, Marty Makary alla guida della Food and Drug Administration, Scott Turner all’Edilizia e sviluppo urbano, Janette Nesheiwat a capo di Surgeon General e, infine, Dave Weldon dovrebbe diventare il numero uno del Centers for Disease Control.

L’incontro tra Rutte e Trump

Mentre dallo staff di Trump arriva sui quotidiani la raffica di nomine, la stampa riporta anche la notizia di un incontro avvenuto tra il segretario generale della Nato Mark Rutte e il presidente eletto americano Trump. I due, in Florida, «dei problemi di sicurezza globale che l’Alleanza atlantica deve affrontare». I (pochi) dettagli sull’incontro di Palm Beach sono stati divulgati da Farah Dakhlallah, portavoce della Nato.

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