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Lo scrittore Hemon: «Donald Trump distruggerà la democrazia. Con lui gli Stati Uniti crolleranno»

23 Novembre 2024 - 05:21 Alba Romano
aleksandar hemon donald trump 1
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Gli Usa «si sono rivelati razzisti e bigotti. Il paese è peggio di quanto credessimo»

Aleksandar Hemon ha scritto Il progetto Lazarus, che racconta la storia di un immigrato ucciso dalla polizia a Chicago e di uno scrittore che indaga su cosa è accaduto. E oggi dice che Donald Trump distruggerà le istituzioni democratiche degli Stati Uniti: «Sono rimasto scioccato dalla facilità con cui ha vinto. Gli Stati Uniti si sono rivelati un Paese fondamentalmente razzista e bigotto. Con metà della popolazione che odia l’altra metà. Sanno chi è Trump. Lo hanno già eletto la prima volta come strumento di punizione e vendetta, perché prometteva violenza. E adesso, lo hanno fatto di nuovo. In 70 milioni. Quindi no, non è sorprendente, ma è scioccante: speriamo sempre che questo Paese sia migliore. E invece è peggio di quanto credessimo».

La fine degli Stati Uniti

La profezia di Hemon è nera, nerissima: Penso che nel tempo di vita dei miei figli, e forse della mia stessa vita, gli Stati Uniti cesseranno di esistere così come sono. Perché Trump e la sua amministrazione raderanno tutto al suolo. Distruggeranno deliberatamente il governo, non solo perché molto probabilmente sono risorse russe, ma anche perché l’intera strategia del Partito Repubblicano si basa sulla distruzione della democrazia che gli impedisce di governare». Mentre la chiusura sull’immigrazione non è una novità negli Usa: «Negli anni ’20 istituirono le quote, poi chiusero i confini. Poi hanno vietato l’immigrazione cinese. Gli americani non hanno memoria della propria storia, fatta eccezione per i grandi uomini, i padri fondatori e tutte quelle stronzate. Ma la storia dell’America come Paese razzista, esclusivo e avido è stata dimenticata. È quello che fanno gli imperi: mentire sulla propria storia».

Un paese bianco esclusivo che odia tutti gli altri

Secondo lo scrittore «l’istinto è sempre lo stesso. La storia degli Stati Uniti è quella di un Paese bianco esclusivo che odia tutti gli altri. E intendo strutturalmente: quell’odio è scritto nelle leggi, nelle istituzioni, nei musei, nella cultura. Per qualche ragione, nel ventesimo secolo le cose stavano migliorando. Ma questo ci ha portato al punto critico: credo che l’identità bianca si sentisse in pericolo e avesse bisogno di proteggersi. E così quelle che finora erano lamentele sono diventate espressioni violente. Ed è arrivato Trump».

I capitalisti e la democrazia

E i capitalisti non hanno più bisogno della democrazia. Anzi: «Li infastidisce. Trump è un miliardario. Elon Musk è miliardario. I sostenitori del movimento MAGA sono tutti miliardari tecnologici. Ci stanno mettendo dei soldi. Hanno scelto da che parte stare. Il Washington Post non ha pubblicato l’endorsement per Kamala perché Bezos è un miliardario. Il capitalismo americano è sempre stato bianco. Strutturato come bianco. La sua ricchezza deriva dalla bianchezza, dalla schiavitù, dall’esclusione e dallo sfruttamento di tutti gli altri. E penso che questo processo di crisi del sistema sia stato accelerato dalla guerra in Iraq».

La pace di Trump

Infine, una replica sulla volontà di Trump di far finire le guerre e sui suoi sostenitori: «Non mi interessa quello che dicono i fan di Trump. Non sono una di quelle persone secondo cui bisogna mantenere una comunicazione aperta con i fascisti. Perché loro vogliono uccidere me e la mia famiglia. Vogliono eliminare le persone che amo e a cui tengo. Mia moglie è afroamericana. Ho un bambino con bisogni speciali. Ho amici trans, gay, bosniaci, musulmani. I sostenitori di Trump sono i miei nemici. Non voglio discutere dei loro fottuti sentimenti, del perché vogliano uccidermi».

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