Quantità folle di dischi usciti: Mina, Geolier, Negramaro, Nayt e Post Nebbia. Bene Jovanotti, liscio Mr. Rain, disastro Malgioglio. Le recensioni

Post Nebbia – Pista nera

I Post Nebbia sono una piacevolissima novità del panorama musicale italiano, gli unici a puntare senza paura su un approccio altamente intellettuale alla musica. Pista nera infatti non possiamo definirlo un disco “facile”, un disco che regala il meglio di sé mentre noi stendiamo i panni o guidiamo verso una scampagnata. Pista nera necessita di una poltrona comoda, un paio di cuffioni fatti come si deve, una concentrazione che possa permettervi di affrontare questa discesa ad alta velocità preparati al peggio. Perché in fondo, con questo stile graffiante e questa poetica raffinata ed eterea, il disco parla del peggio, racconta il decadentismo che ci circonda e l’offensiva scioltezza con la quale noi stiamo a guardare provando a far finta di nulla. Il viaggio è musicalmente interstellare, concettualmente non troppo piacevole e crediamo che l’effetto voluto dalla band sia esattamente questo: provare a diluire una paura di fondo, un’arrendevolezza inevitabile, in dodici pezzi di rara bellezza, pronti ad esplodere live (questo è piuttosto evidente), partendo da un concetto di esposizione minimalista, dalla matrice new wave, perfetto per tradurre quella triste resa. Si tratta di un viaggio in barca, dove si devono affrontare onde, forti scossoni, si è in balìa delle immagini come una barca in balìa del vento, ma poi se ne esce più ricchi, come sempre accade quando si affronta un pericolo. Non ci soffermeremo su singoli pezzi, perché il tenore del disco è sempre lo stesso e ciò che i Post Nebbia vogliono dire non ha bisogno dei nostri sottotitoli, vorremmo solo rassicurarvi su una cosa: alla fine del viaggio troverete Notte limpida che, fidatevi, non solo vi ripaga di tutti gli spigoli che urterete durante questo percorso, ma vi renderà l’atterraggio di nuovo sulla terra, molto più morbido. Un meraviglioso omaggio al vostro coraggio.