Il Movimento 5 stelle «elimina» Beppe Grillo. Sì anche all’abrogazione del limite dei due mandati – Il video
Il parricidio è compiuto. Gli iscritti del Movimento 5 stelle hanno votato per «eliminare», termine realmente usato nel quesito, la figura del garante. Ovvero, Beppe Grillo, che ha fondato il Movimento insieme a Gianroberto Casaleggio, non avrà più quei larghi poteri e quell’influenza garantitagli, finora, dall’incarico. I sì all’abolizione del ruolo di Grillo sono stati pari al 63,24%, i no al 29,09%, gli astenuti il 7,67%. E c’è un’ulteriore indicazione arrivata dagli iscritti che suggella l’estromissione di Grillo: la maggioranza ha votato per abrogare la facoltà del garante di chiedere la ripetizione di una votazione sulle modifiche allo Statuto, attualmente prevista dall’articolo 10 dello statuto.
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Ma la trasformazione del Movimento oggi, 24 novembre, passa anche da altre picconate alle fondamenta sulle quali, nel 2009, era nato. È crollato, ad esempio, il vincolo dei due mandati: sono passate tutte le opzioni di revisione della regola, tra cui l’elevazione del limite a tre mandati e la deroga alla candidatura di sindaco e di presidente di Regione. Non ha ottenuto la maggioranza, invece, il quesito che proponeva il divieto ad allearsi con altri partiti, per cui solo il 13,9% degli iscritti ha votato a favore. Alleanze, dunque, sì, ma muovendosi in una collocazione da «progressisti indipendenti»: è questo il posizionamento più suffragato dagli iscritti. E poi c’è il cambio del simbolo, altra indicazione espressa dalla base grillina, anzi, contiana.
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Oltre alle modifiche su statuto e codice etico, la consultazione ha riguardato anche l’organizzazione territoriale e i «temi strategici». La prima vera ovazione c’è stata quando il notaio Giorgio Rizzo ha letto il risultato del quesito sulla legalizzazione della cannabis: l’84,20% dei votanti si è dichiarato favorevole. Tra i quesiti con il risultato meno netto si segnalano quello sulla «progressiva abolizione del contante», passato con il 65,34% delle preferenze, e quello per «l’istituzione di un esercito comune europeo», proposta voluta dal 66,46% della base.
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