Beppe Grillo rompe il silenzio sul “nuovo” M5s, la sentenza su Whatsapp: «Da francescani a gesuiti»
Il quorum del 50 percento è stato raggiunto. I quesiti sottoposti agli iscritti tramite voto online, a breve, ridefineranno la struttura del Movimento 5 stelle e la sua traiettoria politica. Tra gli interrogativi ce n’è uno, in particolare, che potrebbe ridimensionare il ruolo del garante del Movimento. Qualcuno legge l’operazione come l’ultimo passaggio per sottrarre a Beppe Grillo ogni forma di influenza sulla sua creatura politica. E il fondatore, che alla due giorni di Costituente voluta da Giuseppe Conte non si è presentato, rompe il silenzio poco prima della chiusura delle votazioni, avvenuta alle 15 di oggi, 24 novembre. Lo fa tramite social, con un nuovo stato caricato su Whatsapp: «Da francescani a gesuiti». L’assemblea, riunita a Roma, non ci impiega molto a decifrare il linguaggio criptico di Grillo. Ad aiutarli c’è anche una fotografia postata dal fondatore: vi è ritratta la reliquia del santo nella chiesa di San Francesco a Ripa a Roma. La lapide recita: «Sasso dove posava il capo il serafico padre San Francesco». Grillo e molti 5 stelle della prima ora sanno che, per convenzione, la data scelta in cui far ricadere la nascita del Movimento è il 4 ottobre 2009, giorno in cui si onora il santo patrono d’Italia. La frase di Grillo potrebbe, quindi, essere letta come un biasimo alla trasformazione del Movimento, che con l’assemblea di oggi, si accinge ad abbandonare molte delle sue caratteristiche originali.