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La “verità” di Alessandro Basciano su Sophie Codegoni: «Avevamo fatto pace con una borsa, poi lei mi ha mentito»

sophie codegoni alessandro basciano
sophie codegoni alessandro basciano
L'intervista dopo la scarcerazione: sono scosso ma anche sollevato. La lite? Un equivoco. Non ho picchiato nessuno

Alessandro Basciano, ex Gf e influencer, è finito in carcere dopo una denuncia della sua ex Sophie Codegoni per stalking e violenza. Poi è stato interrogato dalla giudice delle indagini preliminari Anna Magelli ed è stato scarcerato. Perché a parere della togata gli screenshot dei messaggi che i due si sono scambiati dimostrano una presunta serenità della vittima. Basciano oggi dice la sua in un’intervista a Il Giornale. Nel colloquio con Hoara Borselli l’influencer fa sapere di essere «scosso. Ma ora sono anche sollevato. Nell’ordinanza di scarcerazione c’è scritto che io sono a piede libero perché i fatti non sussistono. La gip ha detto: “Ma qui l’accusa è folle. Non c’è niente a suo carico”».

Niente gelosie

Secondo Basciano la giudice «ha letto le chat che le abbiamo fornito. Recentissime. Dimostrano che non c’era nessuna violenza». Poi racconta il suo arresto: «Giovedì pomeriggio rientravo a casa dopo la palestra. Faceva anche molto freddo. Mi sono ritrovato una macchina dei carabinieri che parcheggiava davanti al portone. Mi son detto: non sarà mica per me? Per quel diverbio con l’amico di Sophie?». Ovvero: «Parto dall’inizio. Fine ottobre. Con Sophie ci siamo visti a casa sua. Passiamo una serata in tranquillità con la bambina. Quando metto la bambina a dormire decidiamo di ordinare una cena. Abbiamo un rapporto sessuale. Poi lei mi dice: io parto insieme ai miei amici. Porto anche la bambina. Qualche giorno dopo la sento e lei mi dice che sta andando a cena al sushi con la sua manager. Va bene, niente gelosie».

La borsa in regalo

Qualche giorno dopo, però, «decido di comprarle una borsa di grande valore, e di scriverle una lettera. Vado a casa sua, incontro anche sua madre, con la quale ho pessimi rapporti. Lei è felice per la borsa e mi dice che la lettera la legge dopo. La sera mi scrive: “Ti conosco meglio e più di chiunque altro, e quindi ti difendo a spada tratta quando qualcuno ti insulta. Sì, perché solo io posso insultarti… ah ah ah… nessun altro mai. Perché io e te abbiamo condiviso momenti unici e indimenticabili”». Basciano nega anche di aver scritto nei messaggi «Se non torni con me t’ammazzo».

Ma una lite si verifica lo stesso: «Il mercoledì mi chiama il pomeriggio alle 5 e mezzo. Siamo andati insieme a prendere la bambina all’asilo. Abbiamo riso e scherzato. Lei mi chiede che faccio la sera, e io le rispondo che vado a cena al Cipriani. E al Cipriani una mia amica mi racconta di avere incontrato Sophie proprio lì al Cipriani, con un uomo, proprio quella sera che mi aveva detto che andava al sushi con la sua manager».

La lite in strada

A quel punto «la chiamo, mi innervosisco. La sbugiardo. Le dico che lei può fare quello che vuole, ma non deve accettare la borsa da me e non mi deve chiedere di fare l’amore». Ammette di aver “sbroccato” «per la menzogna. Mi avvio verso il ristorante dove lei è a cena. Incontro la macchina di due suoi amici. La affianco al semaforo e inizia un diverbio. Loro reagiscono. Scendiamo e io, furioso, do una manata sul parabrezza e lo rompo, e poi due pugni e ammacco il cofano».

La cosa finisce lì «ma uno dei due mi denuncia perché dice che gli ho dato un pugno. Non è vero. Non c’è stato nessun contatto fisico». Dice che l’uomo «è andato al Pronto soccorso. Ma non c’è una prognosi. L’ho incontrato il giorno dopo al centro commerciale. Non aveva un graffio. Dopodiché ho chiesto al mio avvocato di mettersi in contatto con i loro legali per chiedere scusa e risarcire i danni».

Il parto

Sophie Codegoni sostiene però che Alessandro Basciano non fosse presente al suo parto: «È falso. C’ero. E le ho pure pagato la clinica perché non voleva andare in ospedale». La storia della rinuncia alla denuncia, invece, è quella «di un paparazzo che la pedinò. Per fare uno scoop. Lei decise che lo avevo mandato io, mi denunciò. Ma poi ritirò la denuncia. Anzi, dopo quell’episodio siamo tornati insieme per qualche mese». Dice che non vuole tornare con lei «per la mancanza di fiducia» e che nelle ultime ore non ha più risposto. La bambina? «Celine non la vedo da mercoledì. Ora voglio regolamentare l’affidamento». Il finale sulla violenza: «Le donne fanno bene a denunciare, ma prima di mandare in galera una persona si accertino che le accuse siano vere. Io pagherò un prezzo altissimo in termini di immagine e lavoro».

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