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Amazon, lo sciopero dei dipendenti per il Black Friday: i motivi della mobilitazione e i disagi per i clienti

25 Novembre 2024 - 15:26 Antonio Di Noto
amazon sciopero black friday
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Le associazioni di categoria in tutto il mondo incrociano le braccia per chiedere un'Amazon più etica, rispettosa dei lavoratori e dell'ambiente. La replica dell'azienda: «Abbiamo già investito, e continueremo a farlo, miliardi di dollari per la riduzione degli imballaggi e l’elettrificazione della flotta dei nostri fornitori. Questo per emissioni zero entro il 2040»

«Make Amazon Pay». È «facciamo pagare Amazon» lo slogan con cui i dipendenti del gigante dell’ecommerce lanciano uno sciopero globale nella settimana del settimana del Black Friday che ha inizio oggi, con sconti che termineranno lunedì 2 dicembre, giorno soprannominato Cyber Monday, nel quale si concentrano le offerte sui prodotti elettronici. I lavoratori della multinazionale scelgono una delle settimane più proficue dell’anno per lanciare l’allarme: «I profitti di Amazon sono fatti sulle nostre spalle, su quelle della società e su quelle del pianeta». Tante le adesioni già ottenute, dalle grandi città degli Stati Uniti al Regno Unito, la Germania, il Brasile, la Turchia, l’India e il Canada.

«Amazon restituisca alla società ciò che le toglie»

«Come tutte le grandi aziende, il successo di Amazon sarebbe impossibile senza le istituzioni pubbliche che i cittadini hanno costruito insieme nel corso di generazioni. Ma invece di restituire alle società che l’hanno aiutata a crescere, la società, nel 2019, ha pagato solo l’1,2% di tasse». Inoltre, il collettivo, formato da 80 associazioni e sindacati nazionali tra cui quelli italiani, evidenzia come il business di Amazon sia altamente inquinante, a causa dei server della compagnia, dei mezzi a motore termico usati nelle consegne e della facilità con cui possono essere fatti acquisti superflui incentivando produzione di beni eccessiva.

Le condizioni di lavoro dei dipendenti Amazon

I dipendenti protestano anche contro le condizioni di lavoro nelle sedi Amazon, notoriamente stressanti a causa dei ritmi intensi, dei pochi giorni di ferie, permesso e malattia, e dei severi controlli sull’attività dei dipendenti. La mobilitazione chiede anche contratti stabili, paghe adeguate e che termini la soppressione dei movimenti sindacali. Ci sono dipendenti che sono stati licenziati per aver fatto queste rivendicazioni, e che – continuano i lavoratori – devono essere riassunti.

Sciopero Amazon, i disagi per i clienti nel giorno del Black Friday

Quella di quest’anno è la quarta volta che i dipendenti Amazon scioperano in concomitanza del Black Friday. La più partecipata delle mobilitazioni è stata quella del 2021. Allora i sindacati avevano comunicato un’adesione media del 75% con picchi del 90% tra i corrieri italiani. Lo scorso anno la partecipazione è stata minore, intorno al 60% in alcuni stabilimenti. Se anche quest’anno lo sciopero dovesse vedere alti tassi di adesione, non possono essere esclusi imprevisti nelle consegne e negli ordini effettuati dai clienti che approfittano delle offerte de Black Friday.

La replica di Amazon

Dall’ufficio Stampa Amazon:

Questo gruppo continua a diffondere informazioni errate e siamo in disaccordo con le posizioni espresse dalla campagna “Make Amazon Pay”. Amazon partecipa attivamente alla vita economica dei Paesi in cui opera, pagando tutte le tasse richieste e rappresentando un’opportunità di crescita e sviluppo per il territorio, le imprese locali e i clienti. A questo si aggiunge il fatto che offriamo ai nostri dipendenti un’ottima retribuzione, ottimi benefit e opportunità, il tutto fin dal primo giorno. Abbiamo creato più di 1,5 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo e offriamo un ambiente di lavoro moderno, sicuro e stimolante, sia che si lavori in ufficio o in uno dei nostri centri logistici. Siamo orgogliosi di essere il maggior acquirente aziendale di energia rinnovabile al mondo. Abbiamo già investito, e continueremo a farlo, miliardi di dollari per la riduzione degli imballaggi e l’elettrificazione della flotta dei nostri fornitori di servizi di consegna. Tutto questo al fine di raggiungere il nostro obiettivo di lungo periodo: raggiungere zero emissioni nette di CO2 in tutte le nostre attività entro il 2040.

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