La vendetta di Beppe Grillo: chiede la ripetizione del voto degli iscritti al Movimento cinque stelle su tutti i quesiti approvati (compreso quello che lo riguarda)
Non poteva chiudersi così e infatti, a sipario calato, il “garante” del Movimento cinque stelle Beppe Grillo ha fornito la sua gelida vendetta: la richiesta di ripetizione del voto degli iscritti su tutti i quesiti messi in votazione da giovedì a ieri e che hanno segnato la vittoria congressuale di Giuseppe Conte e la fine della stessa figura del garante. Ovviamente, però, le nuove regole, votate ieri, valgono dal prossimo congresso in avanti ma per queste votazioni il fondatore de Movimento può ancora usare il potere che lo statuto gli garantiva: quello di chiedere la ripetizione del voto degli iscritti. Ed effettivamente, oggi pomeriggio, ha formalizzato la richiesta ai vertici del Movimento che – a quanto risulta a Open – hanno preso atto della richiesta, ben sapendo che la ripetizione sarà inevitabile. Ora saranno da chiarire i tempi e le modalità, e tornerà il problema della partecipazione e il rischio di non raggiungere nuovamente il quorum.
L’anticipazione di Toninelli
Danilo Toninelli, il più fedele tra i grillini, oggi pomeriggio aveva annunciato l’intenzione del fondatore, invitando tutti gli attivisti a non abbandonare la piattaforma per la votazione: «Grillo di certo chiederà la rivotazione, quindi tutto quello che si è votato si dovrà rivotare – ha continuato Toninelli – lui attiverà la norma che lo consente – entro il termine di cinque giorni dalla pubblicazione degli esiti delle votazioni». Toninelli è anche membro del collegio dei probiviri e ovviamente farà valere questa posizione anche in quella sede.
Il nodo del quorum
L’attivazione del potere statutario di ripetizione del voto, mossa che Grillo ha scelto di fare oggi pomeriggio tutto sommato a freddo e dopo aver deciso di non partecipare all’assemblea Nova (pur essendo arrivato a Roma) prelude all’inizio di una lunga battaglia, certamente legale. Prima di tutto il nuovo voto andrà fissato e pubblicizzato. Sebbene gli iscritti attivi siano stati ridotti da 170mila a 90mila non sarà facile farli partecipare nuovamente, specie alla parte di votazioni che ha bisogno di raggiungere il quorum perché modifica lo statuto e non è semplicemente una indicazione politica. Se il quorum non dovesse essere raggiunto, potrebbe aprirsi un nuovo contenzioso, perché Conte e i suoi potrebbero chiedere di far valere il primo voto, frutto di un lungo percorso anche assembleare. E anche se il quorum fosse nuovamente superato, Grillo potrebbe lanciare nuove sfide, ad esempio sulla proprietà del simbolo. Insomma, la guerra è appena iniziata.